domenica 20 ottobre 2019
Non solo energia: dagli interventi chirurgici a distanza alle nuove autostrade sottomarine globali si moltiplicano le applicazioni. A Milano i laboratori di ricerca di Prysmian
Così il futuro viaggia su un cavo
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Fibra ottica e tecnologia 5G, ma non solo: il futuro passa inevitabilmente da un cavo. Prima trasportava solo energia, oggi è il principale vettore di servizi e informazioni. E il leader mondiale nel settore è una multinazionale a forte presenza e dna italiano: si chiama Prysmian Group e produce negli stabilimenti di Merlino (Lodi), Giovinazzo (Bari), Arco Felice (Napoli), Battipaglia (Salerno), Pignataro Maggiore (Caserta), Livorno e Quattordio (Alessandria) cavi e accessori per la generazione, il trasporto e la distribuzione di dati ed energia; fibra ottica; cavi per collegamenti sottomarini, per il cablaggio di navi, per i sistemi di sollevamento, per treni e metropolitane; per le linee ferroviarie e gli ascensori, per l’alimentazione e il controllo di impianti industriali, per le energie rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico.

Ricerca, sviluppo, eccellenza tecnologica: anche la sede centrale di Milano, completata nel 2016, è l’emblema della parabola di quella che oggi si può definire un’azienda modello. Qui la Prysmian ospita i suoi laboratori di Ricerca e Sviluppo, settore nel quale nel 2018 ha investito 105 milioni di euro, e parte di un’ampia rete di 25 centri di eccellenza in Europa, Stati Uniti, Sud America e Cina, dove sono concepite e realizzate le soluzioni per il futuro della connettività. Sostenibilità, digitalizzazione, cavi “parlanti” e sempre più piccoli per contenere quantità di fibra ottica sempre maggiore: in Prysmian si ragiona su queste direttive e le applicazioni degli sviluppi tecnologici di quanto viaggia via cavo, già oggi sono incredibili. È di pochi giorni fa l’esperimento del primo intervento chirurgico in Italia effettuato a distanza tramite rete 5G, ma sono infinite le applicazioni di cui già comunemente ci serviamo attraverso quei fili che viaggiano nei muri, sotto terra e sotto il livello del mare.

Prysmian infatti produce anche nello stabilimento di Arco Felice (Napoli) cavi sottomarini, impiegati per la realizzazione dei più grandi collegamenti esistenti al mondo. E ha da poco avviato la costruzione della sua nuova nave posacavi affidata ai cantieri Vard (Gruppo Fincantieri), la Leonardo da Vinci, che sarà operativa entro il secondo trimestre 2021. «Con un investimento di oltre 170 milioni di euro - spiegano - questo asset strategico rafforzerà la capacità di Prysmian di posare cavi fino a 3.000 metri sotto il livello del mare», collegando siti lontanissimi tra loro attraverso vere e proprie “autostrade” sottomarine. L’altro grande tema a cui Prysmian sta lavorando è quello per realizzare applicazioni con “cavi intelligenti” in grado di fornire servizi che molti già ritengono indispensabili per la sicurezza e la gestione dei sistemi. «Prysmian gode di un buon vantaggio competitivo in queste due aree: la sensoristica elettronica e la produzione di fibra ottica», spiega Srinivas Siripurapu, Executive Vice President e R&D Chief Officer. «L’innovazione si sviluppa a ritmi impensabili: chi la fa viaggiare deve avere idee e tempi realizzativi ancora più veloci». La società guidata da Valerio Battista, è nata dalla dismissione ad opera di Pirelli del suo settore Cavi e Sistemi, rilevato nel 2005 da Goldman Sachs e che oggi è diventata una public company che due anni fa ha acquisito l’americana (e rivale) General Cable con sede nel Kentucky.

Un’operazione da quasi tre miliardi di dollari che ha fuso la prima società al mondo nel settore cavi per fatturato (la Prysmian) e la quarta (General Cable) per creare un gruppo da oltre 11,5 miliardi di euro di fatturato, 29 mila dipendenti e 112 stabilimenti in 50 Paesi. Il complesso milanese, dove lavorano circa 700 persone, è stato costruito dove un tempo sorgeva uno stabilimento per la produzione di materiale ferroviario, nella zona industriale della Bicocca alla periferia della città che ora è stata completamente riconvertita. Nel 2018 l’edificio ha ottenuto il massimo livello nella certificazione LEED (Leadership for Energy and Environment Design). L’85% degli spazi consente l’utilizzo della luce naturale, riducendo i costi energetici del 70%. Il tetto è ricoperto di pannelli solari e il parcheggio dispone di 8 stazioni per la ricarica delle auto elettriche. Ai dipendenti viene offerto un abbonamento annuale gratuito per incoraggiarli a utilizzare i mezzi pubblici nel tragitto casa-lavoro. L’eccellenza aziendale oggi si misura anche così.

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