venerdì 16 maggio 2014
In sei parteciperanno a 300 ore di formazione. Il progetto si chiama Intra Logos e prevede inoltre 150 ore di stage.
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Sono sei i detenuti della Dozza di Bologna che parteciperanno al corso di 300 ore di formazione per lavorare in un call center. Il progetto si chiama Intra Logos e prevede anche 150 ore di stage. Pronta ad accogliere i detenuti per i tirocini è Cup 2000, la società industriale della sanità elettronica che coordina il call center che gestisce le prenotazioni per le prestazioni sanitarie e i servizi ambulatoriali e diagnostici presenti sul territorio di Bologna e provincia. I detenuti, ancora da selezionare, inizieranno la formazione fuori dalle mura carcerarie a fine giugno sotto il coordinamento del Cefal, il consorzio europeo per la formazione e l'addestramento dei lavoratori. Tutto si concluderà entro l'anno. L'accordo nasce da un protocollo d'intesa firmato da Tribunale di Sorveglianza, Casa circondariale, Comune, Asp Città di Bologna e Cup 2000. "La rete che si è creata è un piccolo esempio di quello che dovrebbe sempre accadere - sottolinea la direttrice della Dozza Claudia Clementi -. Questo è uno strumento attraverso il quale possiamo rispondere alla condanna europea all'Italia per le condizioni delle sue carceri. La nostra speranza è che questa formazione porti successivamente a lavori veri"."La cosa importante di questo protocollo - spiega l'assessore a istruzione, formazione e lavoro della Provincia di Bologna Giuseppe De Biasi - è la rete che abbiamo creato. Il progetto poi costituisce un ponte verso la realtà occupazionale successiva". "Un percorso di formazione e accompagnamento alla libertà in un'ottica di salto di qualità - gli fa eco il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna Francesco Maisto -. I detenuti che seguono questi corsi di formazione hanno una recidiva bassissima, dimostrata anche dai risultati del progetto Acero (nato da un accordo con la Regione per dare a 45 detenuti la possibilità di scontare fuori dal carcere la propria pena e di essere ospitati in comunità e case d'accoglienza).
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