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Il sistema del welfare per anziani e cronicità va pensato come modello integrato, con personale adeguatamente formato, con un’assitenza che sia continuativa per gli utenti - in Italia ci sono circa 14 milioni di over 65, di cui oltre il 40% con almeno una patologia cronica grave e quasi 4 milioni in condizioni di fragilità sociosanitaria - poi occorre rafforzare la cooperazione tra il sistema pubblico e il mondo cooperativo. Queste le proposte emerse nel corso del convegno “L. 33/2023, un nuovo patto tra generazioni” voluto da Confcooperative per fare il punto sulla riforma e presentare i suggerimenti del mondo della cooperazione, alla presenza di Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali e Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. In particolare, è stato il viceministro Bellucci a sottolineare che «attraverso i tavoli di lavoro a Palazzo Chigi giungeremo ai decreti attuativi entro gennaio 2024, un obiettivo da raggiungere attraverso un lavoro di condivisione e di dialogo».
Ci sono voluti più di vent’anni per dotare il nostro Paese di una legge quadro sugli anziani, ma «finalmente anche da noi si parla di regia unica e di un sistema organico di interventi sociali, sanitari e sociosanitari per dare una risposta adeguata ai loro bisogni – ha sottolineato oggi pomeriggio nel corso dell’incontro Giuseppe Milanese, presidente Confcooperative Sanità - Ora dobbiamo diffondere quelle reti integrate di servizi di cui la cooperazione è stata pioniera, ma per farlo abbiamo bisogno di professionisti e di formare un contingente di operatori da impiegare sul territorio».
Monsignor Paglia durante il suo intervento al convegno sulla legge 33 - Confcooperative
Le cooperative e la sussidiarietà sono, infatti, «cruciali» nell'assistenza agli anziani, «un popolo nuovo sul quale non c’è pensiero. Sono una risorsa anche quando non si muovono: è il magistero della fragilità». A ricordarlo, nel corso del suo intervento, monsignor Vincenzo Paglia presidente della Pontificia Accademia per la vita, aggiungendo che gli anziani «quando esercitano il ruolo da nonni il loro impatto vale quanto una manovra finanziaria. Abbiamo 2,7 milioni di anziani a casa lasciati alla loro mercè». Poi c’è la solitudine che riguarda tutti e anche su questo non ci pensa nessuno. Quella sugli anziani, ha proseguito, «è una legge che cambia l’esistenza di milioni di persone, migliorando l’assistenza e riducendo l’uso del pronto soccorso. L'accesso degli anziani al pronto soccorso costa ogni giorno 720 euro. Sono accessi non necessari. Perché sono persone sole che non sanno a chi rivolgersi, e che potrebbero essere assistite a casa con un costo giornaliero di 40 euro».
Ma per farlo è necessario avere anche personale preparato. «Da oltre trenta anni le cooperative sociali hanno svolto un ruolo sussidiario, collaborando con la pubblica amministrazione per garantire servizi di welfare, ogni giorno a circa 7 milioni di utenti, spesso alle fasce più fragili e vulnerabili del paese – ha ricordato Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà - Ma tutto ciò che abbiamo fatto richiede una presa in carico complessiva delle persone anziane, che sappia guardare alle prestazioni sociosanitarie ed al complesso a tutte quelle iniziative ed e quei servizi di assistenza che rispondono alla più grande fragilità della persona anziana». Ecco perché, secondo Granata, occorre valorizzare «il nostro patrimonio di imprenditorialità e professionalità con iniziative che ci consentano rendere sempre più strutturati ed innovativi i nostri servizi attraverso l’integrazione tra sociale e sanità, tra Leps e Lea ed attraverso la massima efficacia nella spesa pubblica Pnrr compreso. Tutta la nostra filiera è pronta ad accettare questa scommessa».
Per il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, «il sistema cooperativo è pronto a dare il proprio contributo con 6.440 imprese attive nell’area sanitaria e sociale, oltre 270 mila addetti, 14,3 miliardi di euro fatturato aggregato, 374 mila soci cooperatori e poco meno di 5 milioni utenti assisti».
Un momento dell'incontro con il viceministro Bellucci e Maurizio Gardini - Confcooperative
Le proposte delle cooperative
Rafforzare la collaborazione con il sistema pubblico per l’affidamento alle cooperative dei servizi rivolti alla non autosufficienza ed alle cronicità. Realizzare reti integrate di offerta le capaci di gestire tutto il percorso assistenziale sul territorio, avvalendosi di equipe multiprofessionali, coinvolgendo le cooperative della medicina generale così come la farmacia dei servizi. Sostenere la presa in carico totale degli anziani utilizzando le risorse previste per i Leps, valorizzando la rete della cooperazione sociale. Garantire un’assistenza domiciliare continuativa di 15-20 ore mese a ciascun utente attraverso un mix di interventi sanitari, sociosanitari e sociali. Implementare la figura dell’Ooss-fc come una delle risposte immediate alla carenza di personale.