martedì 7 gennaio 2020
Nel terzo trimestre del 2019 si segnala un aumento delle spese superiore a quello del potere d’acquisto. Inflazione a +0,5% a dicembre: preoccupa l’effetto che il caro-benzina avrà sui prezzi
Consumi in crescita dello 0,4% nel terzo trimestre 2019

Consumi in crescita dello 0,4% nel terzo trimestre 2019 - Ansa

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Le famiglie italiane spendono di più ma senza avere più soldi in tasca. I dati Istat relativi al terzo trimestre del 2019 fotografano un aumento dei consumi superiore a quello dei redditi. Differenze minime, che si accompagnano ad un salto in avanti dell’inflazione (legata ai prezzi dei carburanti) ma che rappresentano un fattore di rischio per la tenuta del potere d’acquisto. Il reddito disponibile da luglio a settembre è cresciuto dello 0,3% con una flessione netta rispetto al trimestre precedente che aveva fatto segnare un aumento dell’1%. Al contrario la spesa è aumentata dello 0,4% andando ad erodere, sia pure di pochissimo la propensione al risparmio, uno dei punti saldi delle abitudini economiche degli italiani, che si attesta attorno all’8,9%. Su base annua però il reddito disponibile (+1,6%) ha fatto registrare una crescita che supera quella dei consumi (+1,1%). E lo stesso vale anche per i primi nove mesi dell’anno (+1,5% contro il +1,1%). I risultati tendenziali confermano anche la positiva performance del potere d’acquisto (+1,5% nel trimestre e +1% nei tre trimestri del 2019).

I dati di dicembre relativi al carrello della spesa, che raggruppa i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, segna su base annua una crescita dello 0,8%, in accelerazione rispetto allo 0,5% di novembre. A dicembre l’inflazione fa un salto in avanti, risultando pari allo 0,5%: a novembre ci si era fermati allo 0,2%. Più che un raddoppio a conti fatti, ma l’lstituto di statistica avverte come il rialzo sia dovuto «principalmente» all’accelerazione dei prezzi dei carburanti, «componete molto volatile del paniere». Il tasso d’inflazione per il 2019 si attesta sullo 0,6%, un valore dimezzato rispetto a quello del 2018 (+1,2%). Un dato che, sottolinea l’Istat, conferma «la debolezza mostrata dall’indice nel corso dell’intero anno».L’inflazione bassa é secondo Confcommercio uno dei pochi elementi a favore del sostegno al potere d’acquisto delle famiglie. «Nel complesso del 2019 – sottolinea l’Ufficio studi di Confcommercio – il tasso d’inflazione italiano si colloca tra i più bassi dell’eurozona con un divario particolarmente ampio rispetto a Francia e Germania (0,6% contro 1,3% e 1,4% rispettivamente)». Di calma piatta parla anche Confesercenti, sottolineando come «l’incertezza politica» non aiuti.

Dalla Coldiretti arriva «l’allarme deflazione» nei campi con un prodotto alimentare su quattro acquistato in promozione. «La frenata dei prezzi – sottolineano gli allevatori – è il risultato di una spirale recessiva con consumi stagnanti che penalizzano l’economia e l’occupazione». Per le associazioni di consumatori invece il caro-benzina rischia di provocare una serie di rincari dei prezzi al dettaglio in tutti i settori. «A dicembre l’inflazione rialza la testa e produce una maggiore spesa pari a 203 euro su base annua per una famiglia con due figli» afferma il Codacons.

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