sabato 4 aprile 2020
Un piano in cinque proposte dalla Federazione che conta oltre 65mila aziende e occupa più di 585mila addetti
Una sarta a lavoro

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Confindustria Moda, la Federazione di oltre 65mila aziende italiane del Tessile Moda e Accessorio che occupano oltre 585mila addetti, ha presentato un piano articolato in cinque iniziative per riprendere al più presto possibile le attività produttive, logistiche e distributive, nel rigoroso rispetto delle misure di sicurezza già definite nel “Protocollo condiviso” del 14 marzo 2020. Questo piano è progettato con l’obiettivo di ridurre al minimo possibile gli impatti della pandemia di Covid-19 sulla filiera del tessile moda e accessorio, un unicuum mondiale e il secondo settore manifatturiero italiano oltre che il maggior contributore al saldo positivo della bilancia commerciale italiana. In sintesi, la proposta di Confindustria Moda - nell’attesa che vengano validati studi medico-scientifici-epidemiologici e le relative applicazioni tecnologiche che possano consentire di rilevare con certezza nelle persone la positività o l’immunità al virus - si articola in cinque soluzioni temporanee per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori senza compromettere la sopravvivenza delle imprese. In dettaglio:

1. Salvaguardare i lavoratori più anziani e più fragili
Effettuare una segmentazione dei lavoratori per fasce d’età, per autorizzare una celere ripresa progressiva dell’attività lavorativa tutelando i lavoratori più anziani e più a rischio, con altre patologie importanti pregresse.

2. Considerare la situazione epidemiologica su base territoriale
Riaprire le attività economiche con un criterio geografico, privilegiando le attività basate nelle regioni e nelle provincie meno coinvolte dall’epidemia. Tra l’altro, tale scelta consentirebbe a tanti territori del sud del Paese, già molto più fragili dal punto di vista del tessuto economico, di non subire conseguenze tali da pregiudicare ogni possibilità di riscatto economico per lunghissimo tempo.

3. Aprire con priorità e urgenza le attività aziendali necessarie e funzionali alla effettiva ripresa produttiva
È necessario superare il criterio dei codici Ateco su cui sono basati i decreti emergenziali, per determinare con flessibilità le attività da riaprire, considerando la complessità delle filiere. Senza queste, a prescindere dai codici Ateco, tutta l’organizzazione non potrà nel medio periodo riprendere esprimendo tutte le proprie potenzialità. Confindustria Moda propone quindi di cominciare ad autorizzare in via prioritaria ed urgente le attività non produttive che nei processi aziendali sono funzionali e necessarie alla effettiva ripresa della produzione, quali per esempio:

· attività creative,

· modellistica e industrializzazione dei prodotti,

· prototipia e campionature,

· ricezione e controllo qualità delle materie prime e semilavorati

· attività d’ufficio relative a vendite, acquisti ecc.

· servizi generali e sanificazione ambienti.

4. Evitare nel 2020 una nuova chiusura totale delle attività nel mese di agosto
Confindustria Moda propone di concertare con le parti sociali un “patto per le ferie estive” attraverso gli strumenti della contrattazione collettiva nazionale o aziendale. A questo proposito, alcune proposte di discussione potrebbero includere:

· anticipare le ferie collettive estive (quelle normalmente collocate in agosto) al mese di maggio, o giugno, in modo che, se le attività economiche effettivamente riprendono, magari anche con maggior vigore, le aziende saranno subito pronte ed in piena efficienza, senza dover ancora scontare la classica chiusura estiva ad agosto.

· In subordine, dare alle aziende la facoltà di ridurre le ferie continuative estive ad una sola settimana, rimandando più avanti la fruizione delle ferie “risparmiate”.

5. Consentire maggiore flessibilità nel ricorso al distacco di personale
Consentire una maggiore flessibilità nel ricorso al distacco di personale da un’azienda (magari in cui perdura la crisi produttiva) all’altra, in cui la ripresa dell’attività potrebbe richiedere un temporaneo maggior impiego di personale rispetto all’ordinario. Questo perché è possibile che la ripresa delle attività produttive possa presentarsi con forti disomogeneità: a fronte di situazioni di grande tensione produttiva (magari anche solo dovuta alla ricostituzione delle scorte), vi potranno essere contemporaneamente e nel medesimo comparto produttivo altre situazioni di perdurante inattività o crisi aziendali.

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