venerdì 12 febbraio 2021
Il vicepresidente Emanuele Orfini in commisisone Finanza chiede una revisione delle aliquote, l'abolizione dell'Irap e l'estensione del bonus del 110% alle aziende
Il presidente Carlo Bonomi all'assemblea di Confindustria, lo scorso settembre

Il presidente Carlo Bonomi all'assemblea di Confindustria, lo scorso settembre - Ansa

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Gli industriali chiedono un’accelerazione nella riforma del fisco al nuovo governo Draghi con interventi sull'Irpef, l'abolizione dell'Irap e l'estensione dell'ecobonus. Nel corso di una lunga audizione in commissione Finanza Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco ha chiesto discontinuità con il passato. «Oggi l'imposta principale del nostro ordinamento, l'Irpef, è, di fatto, una creatura giuridica degna del bisturi del Dr. Frankenstein: parti estranee e incoerenti, tenute l'una all'altra dal filo ideale di tassare il reddito personale. Su questa creatura servono interventi chirurgici di miglioramento» ha sottolineato Orsini. «La tassazione dei redditi personali, in Italia, sfugge ormai a ogni modello teorico e porta a risultati illogici che impattano negativamente sul lavoro, sui consumi e sul risparmio», ha aggiunto. Prioritaria una revisione dei parametri Irpef per "ridurre i salti" che penalizzano i ceti medi. Una priorità che il presidente del Consiglio incaricato ha ben chiara e intende mettere subito in agenda, mandando in soffita per sempre il sogno della "flat tax" di stampo leghista e lavorando su una revisione delle aliquote già esistenti. Secondo Orsini ci sono soluzioni applicabili anche a costi relativamente contenuti per l'erario (circa 3 miliardi) per «ridisegnare i parametri dell'imposta esistente, mantenendo un sistema ad aliquote e scaglioni, ma riducendo l'ampiezza dei salti di aliquota e applicando le detrazioni decrescenti in maniera più lineare rispetto al reddito».

Confidustria però invoca un progetto di riforma a tutto tondo che non riguardi solo l’Irpef ma tutto il sistema fiscale. Per vararla ci vuole tempo e un’analisi approfondita dello stato dell’arte. Ma soprattutto una semplificazione. Tra le richieste degli industriali ad esempio la cancellazione dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. «Dopo la cancellazione temporanea dei versamenti del tributo dovuti nel 2020, il Legislatore ha un'occasione storica per eliminarla del tutto. Si avrebbero enormi benefici in termini di semplificazione e attrazione di nuovi investimenti» ha affermato Orfini. Quanto alla patrimoniale in Italia secondo gli industriali non dovrebbe esserci un tabù su questo tema dato che «ne abbiamo in vigore già 17 che portano nelle casse dell'erario ogni anno circa 37 miliardi di euro». Il problema semmai è quello di razionalizzare le tasse soprattutto sugli immobili. Altro tema delicato quello delle agevolazioni, oltre 600 quelle censite, e dei bonus. «Meglio pochi grandi incentivi e una tassazione bassa, che una giungla di bonus minuscoli o per pochi eletti» ha detto Orsini nella sua relazione sulla riforma del fisco chiedendo che il superbonus da 110% «misura potente e utile» sia esteso anche alle imprese.

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