mercoledì 22 gennaio 2020
Il dato emerge dalla XXVI giornata di Orientagiovani. Di difficile reperimento una figura su due
Nel triennio 200mila posti di lavoro
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Confindustria stima «che saranno circa 200mila i posti di lavoro a disposizione nel prossimo triennio (2020-2022) nei settori della meccanica, dell'Ict, dell'alimentare, del tessile, della chimica e del legno-arredo». Ma pesa il divario tra esigenze delle aziende e formazione dei giovani: «Gli imprenditori cercano con urgenza figure professionali che in più di un caso su tre sono di difficile reperimento, addirittura per gli under 29 si farà fatica a selezionarne uno su due. L'offerta formativa è infatti carente soprattutto per le competenze scientifiche e tecniche medio-alte». Il dato emerge dalla XXVI giornata di Orientagiovani promossa da Confindustria e Luiss con il sostegno di Umana e la partecipazione di Unindustria: "Un momento di incontro tra impresa e studenti in cui è stato presentato il fabbisogno delle
competenze più richieste dalle imprese nel prossimo triennio. In tutta Italia, hanno preso parte all'iniziativa oltre 90 associazioni industriali con il coinvolgimento di circa 20mila studenti».

Sono il vicepresidente di Confindustria per il capitale umano Giovanni Brugnoli e il presidente di Unindustria Filippo Tortoriello ad aprire l'incontro con 400 studenti, all'Università Luiss. Le previsioni indicano che saranno 67mila i nuovi posti di lavoro nel settore della meccanica. Di questi - spiega Confindustria - circa un terzo saranno disponibili per professioni manageriali, scientifiche e di elevata
specializzazione (come ingegneri, progettisti e specialisti in scienze informatiche) e per professioni tecniche come per esempio addetti alla gestione dei processi produttivi, specie quelli legati al digitale.

Nei settori della chimica, della farmaceutica e della fabbricazione di prodotti in gomma e plastica, si prevede per il prossimo triennio una domanda di lavoro pari a circa 16mila addetti. In questo settore, le professioni tecniche, scientifiche e di elevata specializzazione (come l'analista chimico, il ricercatore farmaceutico e il tecnico di laboratorio) rappresenteranno dalla metà ai due terzi delle figure professionali richieste, con una significativa domanda anche di dottori di ricerca.

La domanda di lavoro delle imprese dell'Ict è stimata sui 40mila nel triennio 2020-2022. In particolare, in prospettiva le figure più richieste saranno il programmatore, il progettista/sviluppatore di software e app, il data-scientist il progettista di apparecchiature informatiche e loro periferiche e il progettista di impianti per le telecomunicazioni. Sia i macro-settori della chimica che dell'Ict si caratterizzano per una forte domanda di nuovi posti di lavoro che prescindono dal turn-over dei lavoratori che andranno in
pensione. È il caso anche del settore alimentare in cui gli ingressi complessivi entro il 2020 saranno circa 45mila, con una crescita di quasi +15mila rispetto allo scorso anno, con una forte domanda di giovani under 29.

Per Confindustria è significativa inoltre la crescita del fabbisogno del settore tessile, che si attesterà sulle 25mila persone, caratterizzata inoltre da punte di difficoltà di reperimento che superano l'80% per figure tecniche fondamentali come i modellisti.

Nel legno-arredo invece, la domanda di lavoro consisterà di quasi 12mila nuovi ingressi con una forte domanda di designer e operai specializzati nella lavorazione del legno.

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