mercoledì 16 dicembre 2015
Ammonta a 122 milioni. L'allarme degli industriali: solo la Grecia sta peggio di noi. Dimezzarla creerebbe 335mila posti di lavoro.
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In Italia l'evasione fiscale e contributiva ammonta a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil, solo la Grecia fa peggio di noi. Questa la stima del Centro studi di Confindustria, secondo cui al fisco vengono sottratti ogni anno 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4% di contributi previdenziali. Confindustria calcola in un 3,1% di maggiore Pil e in oltre 335mila occupati aggiuntivi il bilancio del dimezzamento dell'evasione. Il sommerso economico nel quale alberga l'evasione, secondo Confindustria, "è particolarmente elevato nelle attività di servizi (32,9% del valore aggiunto del settore), nel commercio, trasporti, attività di alloggio e ristorazione (26,2%), nelle costruzioni (23,4%) e nelle attività professionali (19,7%). Al contrario ha un'incidenza contenuta nelle attività finanziarie e assicurative (3,5%) e nella manifattura. Nel confronto europeo per livello di evasione, l'Italia si attesta al secondo posto dopo la Grecia, con un gettito evaso del 33,6%, contro il 16,5% della Spagna, l'11,2% della Germania, l'8,9% della Francia e il 4,2% dei Paesi Bassi. Tra le cause della evasione, secondo viale dell'Astronomia, la "percezione di efficienza della Pa", "l'inadeguatezza dell'amministrazione" e "l'illegalità economica".
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