giovedì 26 maggio 2011
La leader degli industriali sollecita un «segnale forte» sulla crescita economica ancora al palo per precise responsabilità della politica. Nella sua relazione all'assemblea annuale, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha chiesto «uno scatto d'orgoglio di tutta la classe dirigente del Paese», e che «che cessino attacchi e delegittimazioni reciproche».
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«L'Italia ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo è un fattorediscriminante. Temporeggiare o muoverci a piccoli passi è un lusso che non ci possiamo più permettere». È il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, a sollecitare, dal palco dell'assemblea generale, un «segnale forte» sulla crescita economica ancora al palo per precise responsabilità della politica. Perché è un vero e propio atto di accusa quello che Marcegaglia gira a maggioranza e opposizione, in sala da ascoltare la relazione. «Il decennio perduto alle nostre spalle, in termini di minore competitività e mancata crescita, viene da divisioni e lacerazioni interne a ciascuno dei due poli della politica, alle prese con fratture e problemi di leadership personali anteposti al benessere della politica», denuncia. Il tempo dunque incalza. «Non possiamo più credere di avere davanti a noi tempi lunghissimi con cui in passato abbiamo affrontato ciò che impediva lo sviluppo, come avvenne negli anni Settanta e Ottanta sulla scala mobile e negli anni Ottanta e Novanta con le pensioni. Occorre un segnale forte con cui ottenere importanti risultati e far svoltare le aspettative, ora dominate da un rassegnato "tanto non cambierà nulla"».La leader degli industriali lo sottolinea nella sua relazione all'assemblea annuale. Dove, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha chiesto «uno scatto d'orgoglio di tutta la classe dirigente del Paese», e che «si abbassino i toni della polemica politica: che cessino attacchi e delegittimazioni reciproche».«Semplificazioni e liberalizzazioni subito. Infrastrutture subito. Riforma fiscale subito». La presidente di Confindustria rilancia così il pressing per le riforme sul governo. E a «poche ore» dai ballottaggi esprime «un solo auspicio. Se il risultato elettorale finale convincerà governo e maggioranza di avere davanti a se ancora due anni di lavoro la loro agenda deve concentrarsi su un'unica priorità: la crescita». Sulla stabilità dei conti pubblici e la crescita economica la Marcegaglia, invoca «un progetto condiviso». «Senza la stabilità rischiamo di diventare un Paese finanziariamente non affidabile nei confronti dei partner europei e dei mercati finanziari. Senza la crescita non daremo prospettive all'economia e alla società italiana. E gli stessi obiettivi di finanza pubblica diventeranno irragiungibili. Consapevolezza, unita' e capacita' di risposta sono le tre condizioni che oggi mancano».«Nessuno può dire che non abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per ammodernare le regole della contrattazione e venire incontro alle esigenze di tutte le diverse tipologie di imprese e di settori. Su questo non ci sono dubbi». È quanto si legge nella relazione della presidente di Confindustria. Un passaggio che può essere letto come un'indiretta risposta anche al confronto aperto con la Fiat sul delicato capitolo del nuovo modello contrattuale dell'auto. Emma Marcegaglia lancia un «avviso finale» alla politica. «Ma attenti», aggiunge. Dall'assemblea annuale di Confindustria avverte: «In un momento così noi saremo pronti a batterci per l'Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con tutta la nostra energia, con tutta la nostra passione, con tutto il nostro coraggio».Sul tema del lavoro «c'è la proposta del ministro Sacconi di un avviso comune tra le parti sociali per costruire un nuovo Statuto dei lavori. Ci sono proposte di una parte riformista dell'opposizione su uno schema di riforma complessiva che considera anche la flessibilità in uscita». Lo sottolinea la presidente di Confindustria, sostenendo che non servono «freni ideologici». «Queste proposte hanno in comune il riequilibrio delle tutele tra i lavoratori troppo garantiti e i giovani dal futuro sospeso. Occorre proteggere i lavoratori dalla perdita di reddito, non dalla perdita del posto di lavoro». È «un problema che - sostiene Marcegaglia - va affrontato senza freni ideologici, con grande serietà. In termini culturali, prima che di appartenenze politiche o di vetusti riflessi condizionati».«Occorre ridurre ciò che lo Stato fa oggi, lasciando più spazio ai privati e al mercato. Uno Stato che smetta di fare male il troppo che fa e che invece faccia bene l'essenziale che deve». Marcegaglia si sofferma anche sui costi della politica, sostenendo che «a tutti i livelli dà ancora troppa occupazione a troppa gente e in un momento così grave in cui tutto il Paese è chiamato a fare grandi sacrifici è del tutto impensabile - afferma - che non sia la politica per prima a ridurre drasticamente i suoi privilegi».ELKANN, USCITA DA CONFINDUSTRIA NO TEMA DI OGGI«Non è un tema di oggi. Non è un tema di attualità». Così - a margine dell'assemblea di Confindustria - il presidente di Fiat John Elkann risponde a chi gli chiede di un'imminente uscita del Lingotto dall'associazione degli industriali. Elkann è stato l'ultimo a lasciare la sala dove a Roma si è tenuta l'assemblea annuale di Confindustria. Terminato l'evento, si è fermato a parlare per diversi minuti, sul palco, con il vicepresidente per le relazioni industriali, Alberto Bombassei, e il vicepresidente per l'education Gianfelice Rocca, indicato tra i probabili candidati alla presidenza per il dopo-Marcegaglia. Precedentemente, quando l'assemblea era ancora in corso e stava ancora parlando il ministro dello Sviluppo Paolo Romani, Elkann che sedeva sul palco accanto a Emma Marcegaglia, ha parlato a lungo con la presidente di Confindustria, con un fitto scambio di idee durato oltre dieci minuti.
 
SACCONI, RICHIESTE CONDIVISIBILI E INCORAGGIANTE SU STATUTO LAVORILe richieste espresse dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, «sono condivisibili e credo che il nostro impegno debba essere quello di corrispondervi». Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, al termine dell'assemblea di Confindustria. In particolare, il ministro si è riferito alle richieste di sviluppo e investimenti infrastrutturali e alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Per Sacconi, la relazione è «molto buona, sottolinea l'importanza delle relazioni industriali ed è incoraggiante perché ha dato pieno consenso allo Statuto dei lavori».  «Spero - ha aggiunto  - ci possano essere le condizioni per presentare il disegno di legge molto presto e che anche le altri parti sociali quanto meno lo considereranno la base utile per la riforma dello statuto dei lavoratori». Allo stesso tempo secondo il ministro del Welfare la relazione del presidente degli industriali «ha invocato un'evoluzione delle relazioni industriali che mi sembra doverosa nel segno dello stretto collegamento tra salari e produttività per aumentare la produttività e con essa, come vogliamo, aumentare i salari».  Le richieste espresse dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, «sono condivisibili e credo che il nostro impegno debba essere quello di corrispondervi». Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, al termine dell'Assemblea di Confindustria. In particolare, il ministro si riferisce alle richieste di sviluppo e investimenti infrastrutturali e alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
 
BERSANI, MARCEGAGLIA FOTOGRAFA PROBLEMI PAESE«Era ora di ascoltare parole così nette sul Paese che non cresce. Ma era ora anche due anni fa». Pier Luigi Bersani, leader del Pd, risponde così a margine dell'assemblea di Confindustria ai cronistiche gli chiedono un commento sul discorso del presidente dell'associazione industriale, Emma Marcegaglia. «È la fotografia di un Paese che ha problemi serissimi e che dovrebbe aggredirli con le riforme», aggiunge Bersani.
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