
Stefano Ruvolo, presidente di Confimprenditori - Archivio
«In questo momento la vera emergenza per chi fa impresa non sono solo le tasse o la burocrazia, ma la difficoltà crescente nel trovare personale qualificato. Le aziende cercano competenze, professionalità, voglia di mettersi in gioco, e troppo spesso non le trovano. Serve un cambio di passo radicale: bisogna investire seriamente e subito nella formazione, valorizzare il lavoro manuale e tecnico, costruire percorsi che avvicinino davvero scuola e impresa». Lo ha dichiarato il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, inaugurando la prima edizione del Festival dell'imprenditore. «L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo di fare impresa, di gestire i processi, di entrare nei mercati. Chi non investe, chi non si adatta, rischia di scomparire. Ma per innovare servono le condizioni giuste. Ecco perché non basta parlare di innovazione: bisogna metterci nelle condizioni di innovare», ha proseguito. Secondo Ruvolo «l'ingresso nel mondo del lavoro va ripensato dalle fondamenta, superando vecchi schemi e
favorendo un approccio più pragmatico, più aderente alla realtà delle imprese italiane».
«Le pmi rappresentano il 99,4% del totale delle imprese attive e danno lavoro a oltre 16 milioni di persone. È nelle pmi che si fa innovazione, si formano giovani e si costruisce coesione sociale», ha dichiarato inoltre il presidente di Confimprenditori. «Pensiamo al settore agroalimentare, che nel 2024 ha esportato prodotti per oltre 65 miliardi di euro, o al sistema moda, che rappresenta oltre 100 miliardi di fatturato ed è sinonimo di eccellenza artigianale e creatività», ha sottolineato Ruvolo. Tra le richieste avanzate da Confimprenditori c'è quella di maggior sicurezza: «Oggi ci sono interi settori economici che vivono sotto minaccia. C'è chi subisce furti, sabotaggi, rapine, chi viene isolato perché onesto o perché ha il coraggio di parlare. Anche per questo abbiamo fortemente voluto portare al festival una testimonianza concreta di giustizia e legalità: perché crediamo che parlare di sicurezza non sia solo un dovere morale, ma una necessità concreta per tutte le pmi italiane».