giovedì 22 febbraio 2018
Legalità, trasparenza, cooperazione e giovani. Queste le parole d’ordine che guidano il cambiamento dell'organizzazione dopo tre anni di commissariamento
Marco Marcocci neo eletto presidente di Confcooperative Roma

Marco Marcocci neo eletto presidente di Confcooperative Roma

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Legalità, trasparenza, cooperazione e giovani. Queste le parole d’ordine che guidano il cambiamento di Confcooperative Roma.
Questa mattina si è svolta l’Assemblea provinciale dell’organizzazione, nel corso della quale, dopo tre anni di commissariamento, è stato eletto il nuovo presidente, Marco Marcocci, romano, classe 1970, attivo da tempo nella cooperazione in ambito socio-sanitario. Ai lavori ha partecipato anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi: «Sappiamo bene che il tessuto cooperativo a Roma rappresenta una buona fetta dei servizi che la stessa amministrazione eroga ai cittadini. In particolare il settore dei servizi alla persona necessita di maggiore attenzione. Il sistema cooperativo romano può ripartire dopo Mafia capitale, così come la nostra amministrazione, soltanto se baserà il suo impegno su valori quali legalità, trasparenza e comunità. E soprattutto se al centro di tutto verranno messe le persone e non gli interessi economici».

Confcooperative a Roma è il principale aggregatore di imprese cooperative, attive in molti settori, soprattutto nel welfare. Offre alla città un tessuto imprenditoriale costituito da oltre 440 imprese, che aggregano 82.220 soci, danno lavoro a 35mila persone e realizzano un fatturato di 1,8 miliardi di euro all’anno. Sono imprese giovani, ma anche longeve. Il 42,9% delle aderenti, infatti, ha alle spalle oltre 20 anni di attività. Molto forte è la presenza di donne e giovani: il 59% degli occupati è donna, mentre il 7,5% dei soci delle cooperative aderenti ha meno di 30 anni di età e sono 103 le cooperative che hanno membri nella governance under 40. Si tratta quindi di un comparto significativo per l’economia della città, che tuttavia ha bisogno di rilanciarsi dopo le vicende oggetto dell’inchiesta “Mafia capitale”, che ne hanno fortemente leso la reputazione e l’immagine, ben oltre le responsabilità delle cooperative aderenti.

«Il mondo cooperativo non può essere subalterno alle istituzioni e alla politica ma deve essere proposta – ha detto il neoeletto presidente di Confcooperative Roma –. Le cooperative possono rappresentare, ad esempio, l’unico appiglio per la politica per arrivare in alcune zone dove è completamente assente. Quello che vorremmo avere è una riconoscibilità rispetto a quello che sappiamo fare. Sappiamo di poterci mettere alla prova con l’obiettivo di migliorare le relazioni interne ai territori. Nei prossimi tempi vogliamo implementare il settore “cultura e turismo” e insisteremo sulla semplificazione territoriale per arrivare anche dove siamo assenti. Per evitare gli errori del passato sarà necessario puntare sulle persone giuste. Dobbiamo avere il coraggio di proporre la nostra reputazione e assumere comportamenti corretti ed essere persone che fanno quello che dicono e dicono quello che fanno».

Sono anche intervenuti il vescovo ausiliare di Roma Paolo Selvadagi, il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti e Paolo Terrinoni, segretario della Cisl Lazio e Roma, a nome dei segretari Michele Azzola e Alberto Civica, rispettivamente di Cgil Roma e Lazio e Uil Roma e Lazio.

«La Regione Lazio – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio Rita Visini - ha decretato 1,8 milioni di euro per il rilancio, lo sviluppo e l’internazionalizzazione del mondo cooperativo. Il ruolo che le cooperative hanno avuto nella costruzione del nuovo welfare regionale è stato fondamentale, per questo la regione Lazio nella legge 328 sulle politiche sociali (diventata legge 11 del 2016) ha messo al centro di queste politiche attori che tempo fa non esistevano come il privato sociale, insieme alle Asl e ai sindacati».

«Oggi ripartiamo da responsabilità, coraggio e determinazione – ha aggiunto Andrea Fora, commissario di Confcooperative Roma -. Confcooperative è a Roma la centrale cooperativa più rappresentativa, 1 romano su 10 usufruisce dei servizi di welfare delle nostre cooperative, e oltre 15mila operatori tutti i giorni visitano le case romane per offrire servizi di welfare, solo per fare un esempio. Ci tenevamo anche a ricucire il rapporto di collaborazione con il Comune di Roma, dopo l’onta di Mafia capitale. Da questo punto di vista la riconciliazione di oggi è stato un momento che definirei storico».

«Sulla legalità non facciamo sconti a nessuno – ha detto il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini - da noi chi sbaglia è fuori. Le cooperative non sono un fine, ma uno strumento al servizio dei soci e dei bisogni delle comunità. Bisogna essere capaci di essere innovativi, di leggere le esigenze a cui saper dare risposte. Una risorsa da mettere a disposizione del bene comune. Le comunità hanno bisogno di organizzazioni coraggiose, autonome e collaborative».

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