sabato 30 aprile 2016
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VENEZIA Due le strade per sfidare la crisi, incrementando e consolidando la ripresa: tagliare le tasse su famiglie ed imprese, riducendo drasticamente la spesa improduttiva, ed evitare di zavorrare i corpi intermedi, perché il confronto tra istituzioni e parti sociali rimane «un ingrediente indispensabile per il funzionamento della democrazia, non solo economica». Lo ha ribadito Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, festeggiando i 70 anni della propria organizzazione davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al teatro Fenice di Venezia, con un parterre di autorità governative (il viceministro Enrico Zanetti), regionali (il presidente Luca Zaia) e locali, in testa il sindaco Luigi Brugnaro. Sangalli non ha nascosto l’orgoglio di una realtà che rappresenta una parte del Paese, a volte silenziosa, ma essenziale, che oggi vale oltre il 40% del Pil e dell’occupazione. Il lavoro, appunto. I dati sull’occupazione diffusi ieri rappresentano 'un risveglio' che si deve trasformare in una crescita robusta e duratura. È una sfida, secondo Sangalli, che il governo deve «assolutamente vincere». In che modo? Destinando «da subito alla riduzione delle aliquote Irpef tutte le risorse derivanti dall’abbattimento di sprechi e inefficienze nella spesa pubblica e dal recupero di evasione ed elusione fiscale». Il terziario rappresentato da Confcommercio chiede, al riguardo, «più coraggio e determinazione». Anche perché Sangalli ripete che mettere più soldi in tasca alle famiglie significa rilanciare i consumi e uscire definitivamente dalla situazione di incertezza. Ma ecco la raccomandazione: la disintermediazione tra i corpi intermedi, che pure vanno ripensati rispetto al ruolo fino ad oggi sostenuto, è pericolosa in un contesto che richiede ancora il massimo di condivisione. Una raccomandazione, davanti a Mattarella, ma per Renzi, evidentemente. Meglio dunque, trattenersi dal sfiduciare quelle parti sociali e quel mondo associativo che «non sono la zavorra di questo Paese ma anzi senza di loro una società sana non può stare in piedi». Confcommercio lo sta dimostrando, per come i suoi associati hanno affrontato la crisi – «questo compleanno lo dedichiamo a chi resiste e a chi spera » – anche se alcuni non sono riusciti a resistere («un decimo della storia confederale»). Il confronto tra istituzioni e parti sociali è, insomma, un auspicabile antidoto alle difficoltà, perché crea consapevolezza sugli obiettivi, fa emergere in modo trasparente le diversità di vedute, riduce i conflitti, promuove condivisione e rafforza la coesione sociale. Entrando nella specificità dei problemi, il presidente ha tra l’altro ricordato che Confcommercio non si è «mai sottratta» a una legge sulla concorrenza ma questo «spesso ha costretto i nostri operatori a competere non ad armi pari», perché «non c’è concorrenza quando le inefficienze e i deficit strutturali del nostro sistema-paese diventano un costo aggiuntivo ». Certo, per affrontare questa delicata fase bisogna avere fiducia. Ebbene, caro presidente – così Sangalli si è rivolto a Mattarella – questa fiducia, noi ce l’abbiamo; non ci facciamo vincere dalla paura di declino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il presidente di Confcommercio Sangalli con Sergio Mattarella
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