lunedì 2 agosto 2021
Iniziativa non profit per promuovere progetti digitali nel continente nero. L’obiettivo è di aiutare giovani imprenditori locali con tutoraggio sul campo e la creazione di legami con le pmi italiane
Un momento di formazione a Kampala, capitale ugandese, durante una delle ultime edizioni del progetto lanciato da Startup Africa Roadtrip

Un momento di formazione a Kampala, capitale ugandese, durante una delle ultime edizioni del progetto lanciato da Startup Africa Roadtrip

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C'è una nuova generazione di innovatori tecnologici africani da far crescere e sostenere con appositi progetti: la "Silicon Savannah", la savana digitale così ribattezzata dagli esperti negli ultimi anni, cresce e vuole affermarsi in un continente in cui c’è spazio e mercato per idee nuove. Dal 2017 se ne occupa anche Startup Africa Roadtrip, iniziativa non profit italiana promossa dall’associazione BeEntrepreneurs, attiva con l’organizzazione di percorsi di sviluppo per startup e progetti d’impresa nell’est del continente, in Uganda in particolare. L’obiettivo è quello di aiutare giovani imprenditori locali non solo con tutoraggio sul campo, ma anche con la creazione di legami diretti con piccole e medie imprese italiane.

In questi anni l’innovazione proposta dalle startup africane ha quasi sempre mostrato un aspetto sociale, orientato a risolvere sfide locali anche tramite la digitalizzazione. Si va dalla nascita di e-commerce nella filiera agroalimentare allo sviluppo di piccoli dispositivi medici di facile utilizzo. Come "Matibabu", uno strumento messo a punto da quattro studenti ugandesi in grado di rilevare la malaria grazie a un sensore a infrarossi e senza il prelievo del sangue. Ci sono poi le proposte nel campo del fintech per l’educazione e l’inclusione finanziaria, del mobile payment, i pagamenti via cellulare, delle energie rinnovabili per far fronte a carenze infrastrutturali nel campo dell’energia.

Secondo Andrea Censoni, tra gli ideatori di Startup Africa Roadtrip, «l’ostacolo più grande per le nuove imprese locali è dato dalla difficoltà di acquisizione delle competenze specifiche, aspetto che contribuisce a rendere i progetti poco attrattivi per capitali e investitori. Noi vogliamo aiutare a colmare questo gap fornendo agli aspiranti startupper gli strumenti necessari per ridurre al minimo il rischio di fallimento e far così crescere il loro business, generando un impatto positivo sull’economia locale». A novembre si terrà una vera e propria "tech week" a Kampala (sostenuta anche dall’ambasciata italiana nella capitale ugandese), durante la quale verranno selezionate fino a 5 startup locali che avranno un’opportunità importante: partecipare ad un "roadshow" in Italia a marzo 2022 che le farà entrare in contatto con realtà d’impresa italiane.

«La struttura dell’economia africana si fonda principalmente su micro e piccole-medie imprese – sottolinea Massimiliano Mazzanti, ambasciatore italiano in Uganda –. Il contributo delle startup alla crescita economica del continente è confermato dai dati 2020: oltre 2 miliardi di dollari di crescita sono da attribuire alla crescente vivacità delle sue startup». Startup Africa Roadtrip funge da vero e proprio acceleratore, perché anche piccole realtà possano avere un impatto nelle loro comunità.

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