martedì 5 aprile 2022
Abbiamo guidato l'elettrica tedesca nei luoghi dove agli inizi del '900 le Daimler vinsero le prime corse della storia, e che portarono in dote al marchio il nome Mercedes
Con EQS sulle strade di Emil (e Mercedes) Jellinek
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Per chi può permetterselo e tiene a queste cose, c’è il rito (costoso) dell’aperitivo per vedere e farsi vedere al Café de Paris di Montecarlo. E il plateau royal (ancor più costoso ma generalmente gustoso) dei crudi di mare a Nizza. Ma, prima di tutto e, soprattutto, ci sono le strade. Le strade scenografiche di quel Sud della Francia che una mano ispirata sembra abbia disegnato apposta per farci correre le auto. Come scoprì, verso la fine dell’Ottocento, un tale Emil Jellinek che, in compagnia della figlia Mercedes (segnatevi il nome) cominciò a frequentarle maturando l’idea di un ambizioso progetto.

Vita avventurosa la sua: dal licenziamento dalla fabbrica ferroviaria in cui lavorava perché scoperto ad organizzare di notte corse clandestine tra treni, alle fortune come assicuratore che gli permisero a Nizza di frequentare il bel mondo dell’aristocrazia e a far correre le nobil auto di quel mondo. Fino all’incontro, a Stoccarda, con Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach con cui strinse accordi e che gli permise, nel 1899, di cominciare a gareggiare sulle strade della Costa Azzurra con auto DMG (Daimler-Motoren-Gesellschaft) per far conoscere il marchio al bel mondo di cui si è detto. E alla svolta, che avvenne quando commissionò a Maybach (offrendogli 550.000 marchi) il progetto di un’auto da gara dal baricentro basso, di passo lungo e di carreggiate allargate impegnandosi ad acquistare 36 esemplari di questo modello, chiamato Mercedes 35PS.

Oltre cent’anni dopo, ecco che un’altra Mercedes, la tutta elettrica EQS dall’autonomia record (782 chilometri) e dalla potenza fino a 484 kW, scrive un nuovo capitolo della storia della Stella percorrendo, governata dalla nostra più modesta guida, le stesse strade di Jellinek nell’ovattato confort di programmi energizzanti, massaggi rilassanti, soffi di aria ionizzante, profumazioni varie e luci d’ambiente che cambiano a secondo dell’umore del conducente. E, davanti agli occhi (anche per i passeggeri) un Hyperscreen che ti proietta nell’iper uranio delle emozioni. Con lo “scudo” di un filtro gigantesco, l’HEPA,( High Efficiency Particulate Air ), come quelli usati nelle sale operatorie, che tiene fuori dall’abitacolo fino al 90 cento di virus e batteri, rendendo l’aria nell’abitacolo pura come un’enclave incontaminata. Il prezzo? Da 116.215 mila euro (EQS 350). Questione di portafoglio, insomma.

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