lunedì 29 maggio 2023
Sono una ventina i progetti avviati sul territorio. I più recenti a Rodello e Mestre. Hanno finalità di coesione sociale e di contrasto alla povertà il problema è il reperimento dei finanziamenti
Comunità energetiche: via libera Ue in arrivo, parrocchie pronte a partire
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Una mobilitazione dal basso per produrre energia a km zero: diocesi e parrocchie sono pronte a scendere in campo per realizzare le comunità energetiche rinnovabili e guidare la transizione verde. Le Cer sono uno strumento “antico” e innovativo allo stesso tempo: prevedono la produzione e il consumo “in loco” di energia pulita, prevalentemente da fotovoltaico. Un esempio concreto di quell’ecologia integrale teorizzata da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.

Le Cer sono un’opportunità per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, contrastare la povertà energetica che colpisce l’8% della popolazione, e favorire la coesione sociale. Istituite in modo sperimentale nel 2019 e in maniera più strutturale nel novembre 2021 sono rimaste “ostaggio” di un processo legislativo che doveva compiersi in pochi mesi ma si è rivelato più lungo del previsto. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha assicurato che i decreti attuativi stanno per tagliare il traguardo. La Commissione Europea che li sta vagliando ha già chiesto adeguamenti in corsa – voci ufficiose ipotizzano una riduzione del peso degli incentivi considerati eccessivi dopo il pericoloso precedente dei bonus edilizia – ed entro metà giugno dovrebbe arrivare il verdetto. L’attenzione da parte del mondo cattolico è alta. La Cei lo scorso ottobre ha istituito un Tavolo tecnico - formato dall’Ufficio per i Problemi sociali e il lavoro, dall’Ufficio per i Problemi giuridici, dall’Economato e amministrazione, dalla Caritas e dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali – che ha anche il compito di dialogare con le istituzioni. A dicembre è stata inviata una lettera d’intenti alle parrocchie, invitando alla cautela per non commettere errori. Riflettori accesi sulle agevolazioni per le Cers, le comunità energetiche solidali od operanti in aree particolarmente svantaggiate per le quali si chiedono ulteriori premialità.

A lanciare l’appello per una mobilitazione in ognuna delle oltre 25mila parrocchie del Paese era stato nell’ottobre del 2021, in occasione della 49esima Settimana sociale dei cattolici italiani, l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro invitando il mondo cattolico ad essere, anche in tema di energia, «il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo». A distanza di due anni e mezzo la situazione è variegata con una ventina di progetti avviati e molti in fase di studio. Alcune diocesi hanno già ricevuto finanziamenti. A Cremona grazie all’intervento della Fondazione Cariplo sono in fase di progettazione quattro comunità energetiche in altrettante parrocchie, a Lucca è partita la sperimentazione in quattro parrocchie. A Verona l’Associazione diocesana opere assistenziali (Adoa) ha messo in rete tutte le strutture assistenziali, a Foligno si lavora ad un progetto realizzato dall’istituto sostentamento del clero con 80 utenze.Tra i progetti più ampi c’è quello di Geco a Bologna, nella zona Pilastro-Rovere, che punta a coinvolgere 5mila residenti e ad installare 120mila metri quadri di pannelli solari: nell’iniziativa sono coinvolti oltre alla diocesi, centri commerciali e diversi edifici. A Milano la diocesi si è attivata tramite il Gad (il Gruppo d’acquisto) che ha avviato una mappatura delle 1100 parrocchie con l’obiettivo di realizzare impianti campione.

Gli ultimi due progetti avviati sono ad Alba e a Mestre. A Rodello, vicino Alba, a fine marzo è stata costituita una Comunità energetica con 28 soci tra i quali la diocesi, alcune parrocchie, la fondazione Santi Lorenzo e Teobaldo, che gestisce alcune strutture sanitarie, e il Comune. Il parroco don Valerio Pennaso è stato scelto come presidente. «Siamo una Cers, una Comunità energetica rinnovabile e solidale, rispetto ad altre realtà più imprenditoriali avremo una maggiore attenzione per il sociale» spiega don Pennaso. Sarà l’assemblea dei soci a decidere in quale modalità. Tra le proposte ci sono aiuti per pagare bollette, assistenza agli anziani e rimborsi per attività di volontariato. L’avvio della comunità energetica è stato possibile grazie a un contributo della fondazione Crc. A Mestre è stato presentato a metà maggio il progetto di una Cer realizzata dalla parrocchia San Giuseppe, dal centro don Milani e dai condomini vicini. Nella zona sono già presenti due impianti fotovoltaici che faranno da punto di partenza. «Vogliamo aiutare le famiglie ad autoprodurre energia elettrica per contenere i costi in bolletta - sottolinea don Natalino Bonazza - Allo stesso tempo aiutiamo la comunità a crescere e condividere obiettivi concreti tramite la condivisione e il rispetto reciproco».

Ad accompagnare parrocchie e realtà del Terzo Settore c’è Fratello Sole, un’impresa sociale che si occupa di efficientamento energetico e appunto delle future Cer. In questi mesi sono aumentare le richieste di studi di fattibilità su configurazioni e cabine primarie. «In generale cerchiamo di coinvolgere i vescovi per fare un discorso di sistema. Oltre ai progetti in essere, circa una cinquantina, abbiamo sottoscritto una collaborazione con Terzius e Fondazione Cariplo e partecipiamo ad progetto di ricerca del’Università Cattolica» sottolinea il presidente Fabio Gerosa. «Il problema è capire quale sarà l’impatto degli incentivi sui costi. «Le parrocchie o le Caritas da sole non avranno fondi necessari per questo si deve ipotizzare un modello di finanziamenti che possano poi essere restituiti con la produzione di energia che viene immessa in rete» spiega Gerosa. Prima di procedere è necessario fare una lettura dei bisogni del territorio e raccogliere adesioni, fare una stima delle dimensioni della comunità energetica, degli spazi per gli impianti, del tipo di investimenti necessari e di quali ritorni si possono avere. Al momento gli incentivi del Gse hanno durata ventennale: grazie ai risparmi ottenuti sull’acquisto dell’energia elettrica, ai ricavi della vendita dell’energia prodotta in eccesso, gli investimenti effettuati possono essere recuperati in circa cinque-sei anni. © riproduzione riservata

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