sabato 5 febbraio 2022
Martedì verrà presentato il disegno di legge Chips Act. Obiettivo quadruplicare la produzione di chip e ridurre la dipendenza dall'Asia
Semiconduttori, la loro mancanza sta rallentando la crescita economica europea

Semiconduttori, la loro mancanza sta rallentando la crescita economica europea - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Un maxi-piano da 50 miliardi di euro per spingere la produzione di semiconduttori in Europa dal 10% al 20% entro il 2030, con una stretta sull'export e regole più flessibili sugli aiuti di Stato per le aziende. Sono questi i punti principali del disegno di legge sui microchip (Chips Act) che la Commissione Ue presenterà martedì 8 febbraio. Bruxelles intende perseguire l'autonomia strategica nel settore limitando la dipendenza dai Paesi terzi, soprattutto dall’Asia, con la creazione di maxi-centri in Ue. Le nuove regole consentiranno anche di imporre controlli all'export sulla scia di quanto fatto per i vaccini.

«Il disegno di legge Ue sui microchip consentirà oltre 12 miliardi di euro di ulteriori investimenti pubblici e privati entro il 2030, e questo andrà ad aggiungersi agli oltre 30 miliardi di euro di investimenti pubblici già previsti, ora sostenuti da Recovery Fund, Horizon Europe e bilanci nazionali» ha detto qualche giorno fa la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen preannunciando il provvedimento. L’obiettivo è rafforzare la posizione della Ue in tutta la catena di valore dei chip. «Entro il 2030, il 20% della produzione mondiale di microchip dovrebbe essere qui in Europa, il doppio di oggi in un mercato destinato a raddoppiare nel prossimo decennio, quindi significa quadruplicare la produzione europea odierna», ha aggiunto von der Leyen, spiegando che i fondi pubblici stanziati per i chip «saranno più che compensati da investimenti privati». Le aziende europee nel campo dei semiconduttori stanno ora investendo circa 6 miliardi di euro all'anno.

Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton ha indicato come possibile modello il Defense Production Act americano, che conferisce poteri di emergenza al governo per dare priorità alle necessità industriali del Paese. «Non siamo protezionisti, il disegno di legge servirà a "compensare" la dipendenza dell'Europa dall'Asia, soprattutto dalla zona di Taiwan, con molti investimenti per rafforzare la ricerca, accogliere mega-fabbriche e avere gli strumenti che garantiscano la sicurezza degli approvvigionamenti» ha spiegato Breton nei giorni scorsi.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: