Caro direttore,
perché abbiamo dato vita alla Fondazione illimity? Perché ci sono iniziative di impatto sociale positivo che sono più facilmente realizzabili attraverso una fondazione che direttamente attraverso una banca. Mi riferisco in particolare a quei progetti sociali che per prender vita devono mettere intorno al tavolo protagonisti dell’economia sociale – laici e religiosi – amministrazioni pubbliche, università e naturalmente altre imprese profit come la nostra. Illimity si è specializzata nel mondo del credito alle piccole e medie imprese: credito alla crescita per aziende che hanno un potenziale inespresso; credito di risanamento per le imprese che hanno avuto problemi, ma dimostrano il potenziale per ritornare in binario; crediti andati proprio male, ma che hanno ancora un potenziale di valore e dove si possono sbloccare situazioni critiche accumulate. Facendo questi mestieri, veniamo talvolta in contatto o addirittura in possesso di immobili che, se analizzati con la giusta prospettiva, possono essere strumentali a progettazioni sociali sostenibili e con impatto significativo. La nostra Fondazione si adopererà per rendere possibili tali progetti trovando le modalità più adeguate per usare tali immobili e mettendo a disposizione competenze e risorse del Gruppo illimity. Ci siamo dotati di professionalità specifiche di progettazione sociale perché questo è un mondo con caratteristiche e complessità particolari e alcuni illimiters hanno deciso di dedicare parte del loro tempo a questa attività con la voglia di imparare da chi ha accumulato rilevanti esperienze. In illimity abbiamo un motto, non particolarmente originale, ma molto sentito: fare utili ed essere utili. Siamo un’impresa e come tale abbiamo la missione di fare utili per remunerare il capitale che ci è stato affidato, ma ci siamo impegnati a farlo con responsabilità e creando utilità per tutti coloro che appartengono al nostro 'ecosistema': il milione e mezzo di nostri clienti, i 650 illimiters, i nostri partner commerciali e tecnologici, la comunità della quale ci sentiamo parte. La fondazione non aumenterà i nostri utili, ma faremo di tutto perché aumenti la nostra utilità rendendo possibili progetti di impatto che altrimenti non vedrebbero la luce o avrebbero più difficoltà a decollare. Ne abbiamo uno quasi pronto che contiamo di annunciare a breve. Un altro gioco di parole che usiamo in una delle nostre Divisioni operative è il seguente: NPL per noi non deve significare solo Non Performing Loans, ma anche Nuove Potenzialità di Lavoro. Alcuni dei progetti della Fondazione illimity saranno proprio incentrati sulle fasce più deboli del mondo del lavoro. La Fondazione non nasce con l’obbiettivo di fare carità o semplice filantropia, entrambe attività meritevoli e necessarie. La nostra Fondazione metterà a disposizione immobili e competenze per avviare o consolidare progetti di utilità sociale sostenibili, progetti che possano fertilizzarne altri e attirare risorse anche da altre fonti allargando progressivamente la rete di partnership qualificate con operatori che condividano gli stessi valori. La crisi Covid dalla quale non siamo ancora usciti ha allargato il campo del disagio e del bisogno; ha accelerato trend, come la digitalizzazione, che sconvolgono in negativo e in positivo il mercato del lavoro; ha mostrato tutti i limiti del precedente normal. Il new normal ha bisogno di imprese innovative e performanti, ma responsabili - e, fortunatamente, ce ne sono molte - e ha bisogno di operatori 'ibridi' capaci di mobilitare risorse private e pubbliche, orientate al profit, al low profit e al non for profit in grado di collaborare con volontà di impatto e senso di comunità. Con questo spirito e la massima umiltà parte la Fondazione illimity.
Banchiere Fondatore di illimity