martedì 19 maggio 2015
Tuttavia continua a calare la contrattazione del salario (-4%).  Mentre il welfare si sviluppa soprattutto nella dimensione aziendale (dal 53% al 69%), offrendo servizi e prestazioni percepite dai lavoratori come maggiore beneficio (nella foto Gigi Petteni, segretario confederale Cisl).
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I contratti aziendali crescono, ma spesso, in questi anni di crisi, sono stati utilizzati per gestire le difficoltà dell'impresa. È quanto emerge da un report della Cisl curato da Ocsel (l'Osservatorio per la contrattazione di secondo livello della Cisl) sulla base di 4.100 accordi. Il peso della crisi ha caratterizzato tutto lo svolgimento della contrattazione di secondo livello dal 2009 al 2014, con una compressione di tutti gli istituti contrattuali (in primis del salario) a fronte di un incremento esponenziale dei temi dedicati alla gestione delle crisi e dei processi di riorganizzazione (questioni presenti nella metà degli accordi).La fotografia della Cisl sulla contrattazione mette in evidenza, dopo un drastico calo degli accordi negli anni della crisi, alcuni segnali di ripresa nel 2014 rispetto al 2013. La produzione contrattuale complessiva cresce di quattro punti percentuali; cresce la contrattazione dei diritti sindacali (+33%), mentre continua a calare la contrattazione del salario (-4%). Il welfare si sviluppa soprattutto nella dimensione aziendale (dal 53% al 69%) offrendo servizi e prestazioni percepite dai lavoratori come maggiore beneficio rispetto ad erogazioni salariali gravate dal prelievo fiscale. A supporto dell'occupazione è positivo - segnala la Cisl -  il dato relativo alle stabilizzazioni delle forme di lavoro atipiche che passa dal 26% nel 2013 al 43% nel 2014."Lo sviluppo delle relazioni industriali - dice il segretario confederale Cisl Gigi Petteni - è una delle strade migliori per rilanciare la competitività delle imprese e promuovere l'occupazione". Le parti sociali - prosegue Petteni - "hanno una grande responsabilità nel concorrere alla ripresa economica e sociale del Paese favorendo un incontro tra gli obiettivi dell'impresa e del lavoro. Dobbiamo portare un nuovo slancio progettuale al confronto che ci propone Confindustria per fare delle relazioni industriali il cantiere della ripresa del nostro paese: ci aspettiamo che il governo  assecondi questo percorso piuttosto che proporre interventi di legge sulle materie contrattuali come il salario minimo".
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