mercoledì 13 marzo 2024
Si tratta di Chery, maggior esportatore di veicoli passeggeri al mondo: secondo il governo sarebbe l'opzione migliore per avere un altro produttore sul nostro territorio
Omoda 5, il primo modello della cinese Chery che sbarcherà in Italia

Omoda 5, il primo modello della cinese Chery che sbarcherà in Italia - .

COMMENTA E CONDIVIDI

L'indiscrezione non è stata confermata dal governo italiano, e neppure dai vertici del costruttore asiatico, ma è quasi certo che potrebbe essere Chery Automobile di Wuhu il grande Gruppo industriale pronto a stringere un accordo con il nostro Paese per costruire vetture sul territorio italiano. Quasi 17.000 dipendenti, 1.881.000 vetture prodotte nel 2023, da anni più forte esportatore cinese di vetture passeggeri al mondo, Chery è uno dei tre Gruppi asiatici di cui ha parlato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in questi giorni sui quali l'esecutivo sta puntando per raggiungere gli 1,3 milioni di veicoli da produrre in Italia, quota indicata dal ministro per garantire la sopravvivenza del mondo auto in Italia, con Stellantis impegnata a toccare il milione nei prossimi anni. Secondo Urso, la sola Stellantis non basta a raggiungere lo scopo e pertanto è necessario intercettare nuove realtà del settore.

Ora anche l'agenzia Reuters conferma l'indiscrezione, aggiungendo che il candidato più plausibile sia proprio Chery che tra l'altro sta inaugurando nelle prossime settimane lo sbarco in Italia con 14 Concessionarie e il suo primo Marchio, la Omoda. Trattative con aziende straniere da parte del governo sono in atto da mesi: ultimamente erano circolati i nomi di Leapmotor, Tesla, Toyota e Geely. A uscire allo scoperto sono state BYD, Saic e, per l'appunto, il costruttore di Wuhu, che ha ribadito l'intenzione di realizzare un impianto industriale nel Vecchio continente e indicato l’Italia "tra le possibili opzioni". Il direttore generale di Chery Europe, Jochen Tueting, ha infatti dichiarato alla Reuters come il Gruppo starebbe "esplorando differenti possibilità in Europa per cercare un potenziale asset produttivo per il futuro. In questo momento stiamo discutendo in diverse sedi europee". Il manager non ha aggiunto altro, citando vari accordi di non divulgazione firmati tra le parti.

Chery, tra l'altro, produce già i componenti e i motori dei modelli di un marchio italiano, la DR, che assembla le sue vetture a Macchia d'Isernia. Secondo le fonti anonime citate dalla Reuters, l'Italia sarebbe in pole position, con la possibilità di ristrutturare uno stabilimento esistente, così da accorciare i tempi, anche se l'opzione di costruirne uno completamente nuovo sarebbe sul tavolo. La principale concorrente sarebbe la Spagna con una ex fabbrica Nissan nei pressi di Barcellona. Con l'elettrico che stenta a decollare il Gruppo cinese potrebbe puntare su motorizzazioni elettrificate o puramente termiche, lasciando ai powertrain elettrici uno spazio minimo, in attesa che il mercato viri verso la mobilità a batterie.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: