lunedì 27 marzo 2023
La banca californiana salvata dal fondo interbancario passa a First Citizens, istituto medio-piccolo ma solido. Si dimette il presidente della banca saudita che contribuì al tracollo di Credit Suisse
L'ingresso di una delle oltre 500 filiali di First Citizens Bank

L'ingresso di una delle oltre 500 filiali di First Citizens Bank - Ansa

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Il salvataggio di Silicon Valley Bank è completato. First Citizens Bank ha annunciato di avere trovato un accordo con il fondo interbancario americano (Fdic) per acquistare il grosso delle attività della banca californiana: 110 miliardi di dollari di investimenti, 56 miliardi di dollari di depositi e 72 miliardi di dollari di prestiti. Le filiali di Svb già ieri hanno potuto operare come divisioni del nuovo proprietario.
First Citizens si definisce la più grande banca americana a controllo famigliare. Al timone c’è la terza generazione della famiglia del fondatore, R.P. Holding. Non è un istituto di grandi dimensioni: con 110 miliardi di dollari di investimenti alla fine del 2022 era il trentesimo del Paese, dicono i dati della Fed. Basata a Raleigh, nella Carolina del Nord, è una banca tradizionale, che come attività principale fa prestiti a imprese e famiglie. Ha oltre 500 filiali in 23 Stati, è stata capace di superare indenne la crisi del 2008 e negli ultimi anni è cresciuta comprando altre banche di piccole dimensioni. L’accordo con il Fdic prevede che First Citizens riceva dal fondo interbancario anche una garanzia contro eventuali ulteriori perdite che possano derivare dall’acquisto di Svb. L’accordo ha fatto volare il titolo First Citizens con un rialzo di oltre il 45% all'apertura.
Con un'intesa simile, una settimana fa l’altra banca salvata a inizio marzo dal Fdic, Signature Bank, è stata ceduta alla banca comunitaria newyorchese Flagstar.
Sul fronte europeo della crisi bancaria si registrano invece le dimissioni di Ammar Al Kuhdari, il presidente della Saudi National Bank. Al Kuhdari era stato tra gli artefici del crollo di Credit Suisse, quando in un’incauta intervista a Bloomberg aveva spiegato che la banca saudita, primo azionista di Credit Suisse con una quota di quasi il 10%, non avrebbe potuto partecipare a una ricapitalizzazione per motivi regolatori. Parole che hanno scatenato una pioggia di vendite delle azioni della banca svizzera, fino a costringere le autorità a intervenire per poi affidarla alla storica rivale Ubs.
In Borsa dopo il venerdì nero della settimana scorsa gli investitori sembrano tornati più sereni, con mercati in graduale risalita. In particolare è risalito il titolo Deutsche Bank (+6%), finito al centro della tempesta negli ultimi giorni della settimana passata. Ha recuperato anche Milano, che ha chiuso in aumento dell’1,2%. Ma è chiaramente presto per potere dare per finita questa crisi bancaria.

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