mercoledì 7 dicembre 2011
Cresce la presenza degli italiani in alcuni gruppi professionali - artigiani metalmeccanici (fonditori, fabbri, saldatori), camerieri e addetti alle pulizie nelle strutture turistiche, netturbini e manutentori delle infrastrutture stradali - dove la presenza straniera ha ormai raggiunto soglie importanti.
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Mentre il mercato è sempre più incapace di garantire sbocchi professionali, le professioni manuali sembrano non conoscere crisi. Terreno d'occupazione per 8.383.000 lavoratori (ben il 36% del totale degli occupati), anche nel 2011 sono state in assoluto le più richieste. È quanto emerge dal Rapporto annuale del Censis. A fronte di quasi 600mila assunzioni previste dalle aziende, infatti, ben 264mila (il 44,4%) hanno interessato figure cui a diverso titolo è richiesto di svolgere un lavoro di tipo manuale: nel 20,3% dei casi come artigiano od operaio specializzato, nell'11,7% come operaio conduttore di macchine e impianti, mentre nel 12,4% non è richiesto alcun tipo di qualifica, trattandosi di professioni non specializzate. Lavoratori in campo edile (per il 2011 sono previste circa 57.000 assunzioni, vale a dire il 9,6% del totale), addetti alle pulizie (44.000), ma anche meccanici e montatori (17.000), magazzinieri (11.000): sono queste le professioni più ricercate dalle aziende, e per le quali tuttavia esse stesse lamentano oggi forti difficoltà di reperimento, visto che sarebbero circa 50.000 (vale a dire il 19% del totale) le posizioni di lavoro potenzialmente aperte, ma considerate dalle stesse aziende di difficile copertura. «È così che, nell'asimmetria tra una domanda di lavoro mai così ricca e un'offerta sempre più carente, si è andato negli anni consumando - spiega il Censis - un vero e proprio processo di sostituzione tra italiani e stranieri in molte professioni manuali». Tra il 2005 e il 2010, a fronte di un crollo del numero di lavoratori italiani occupati in professioni manuali (-842.000, per un decremento dell'11%), si registra un aumento praticamente identico di quello dei lavoratori stranieri (+725.000, per una crescita dell'83,8%), la cui incidenza passa dal 10,2% al 19%. Ma aumenta anche il livello di istruzione, visto che la percentuale di quanti sono in possesso di un titolo di licenza media superiore o universitario passa dal 29,4% del 2005 al 36,4% del 2010.Se gli italiani continuano in larga misura a rifiutare il lavoro manuale, sottolinea il Censis, vi sono però alcune professioni che stanno conoscendo una vera e propria riscoperta delle vocazioni. Cresce infatti la presenza degli italiani in alcuni gruppi professionali - artigiani metalmeccanici (fonditori, fabbri, saldatori), camerieri e addetti alle pulizie nelle strutture turistiche, netturbini e manutentori delle infrastrutture stradali - dove la presenza straniera ha ormai raggiunto soglie importanti. Ma anche in alcune attività tradizionalmente presidiate dagli italiani si registra una buona tenuta: è il caso delle attività legate all'installazione e alla manutenzione di impianti elettrici (dove la presenza straniera è ferma al 2,6%), ma anche degli addetti alla conduzione di impianti particolari, di catene automatizzate o robot.
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