sabato 6 agosto 2022
Secondo la ricerca di AutoScout24, solo una quota minoritaria (37%) cerca di ridurne l’uso nel tempo libero, guidando in maniera diversa e scegliendo il distributore più economico
Caro carburanti: come cambiano (poco) le abitudini degli italiani in auto
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Le statistiche - come i sondaggi elettorali - si sa, valgono fino a prova contraria. Ma è quantomeno interessante quella che risulta da una ricerca effettuata dal Centro Studi di AutoScout24, il più grande marketplace automotive online d’Europa, che ha voluto verificare l’impatto dell’aumento dei prezzi dei carburanti sulle nostre abitudini di utilizzo dell’automobile. In questo mese di agosto sono 22 milioni gli italiani che andranno in vacanza ed è per questo che il tema del caro benzina è sempre più centrale per gli automobilisti. Il Governo è intervenuto più volte per limitare gli effetti dell’aumento del carburante, come l’ultimo taglio sulle accise (25 centesimi, prorogato fino al 20 settembre): una misura considerata da molti poco efficace per impattare in maniera significativa.

Il primo aspetto che emerge, è la conferma del ruolo centrale dell’auto, mezzo utilizzato da ben il 93% degli italiani per i propri spostamenti quotidiani, soprattutto per esigenze familiari (65%) e per il tragitto “casa–lavoro”. Com’era logico aspettarsi, la maggior parte dei consumatori (86%) si dichiara molto o abbastanza preoccupata per l’aumento dei prezzi dei carburanti, soprattutto per l’incidenza che ha sul bilancio familiare, e oltre la metà ritiene l’ultimo provvedimento del Governo insufficiente. Un dato importante in quanto la maggior parte degli italiani usa l’auto più di 5 giorni a settimana (73%), tanti percorrono più di 10mila chilometri all’anno (69%), quasi sei su dieci spendono in media tra i 100 e i 300 euro al mese di carburante mentre per il 15% la spesa supera i 300 euro.

Eppure, per il momento questa situazione ha avuto un impatto sulle abitudini quotidiane di utilizzo dell'auto solo su una parte del campione (37%). Tra chi ha dichiarato di aver modificato il proprio modo di utilizzo dell'auto, che ricordiamo essere una quota minoritaria, il 38% ha cercato di ridurre l’uso di auto benzina e diesel per il tempo libero, ma il vero cambiamento riguarda l’adozione di comportamenti virtuosi come un diverso approccio alla guida e la maggiore attenzione al risparmio. Circa un terzo, infatti, sceglie accuratamente il distributore in base al prezzo più economico e il 27% tende a fare rifornimento esclusivamente al self service; il 29% guida in modo “soft” per ridurre i consumi e un quinto monitora attentamente le spese mensili. E c’è anche chi ha iniziato a usare le app dedicate o il web per individuare le stazioni più economiche (16%).

E sul fronte delle vendite? Solo il 16% del campione ha cambiato idea decidendo di non acquistare più un’auto a causa del caro carburanti; tra chi invece ha confermato l’intenzione di acquistare una vettura nuova o usata, per il 74% l’aumento dei prezzi non ha influito nella scelta dell’alimentazione (benzina e diesel favorite), mentre per il campione restante, quasi due su dieci si stanno spostando da vetture “tradizionali” più “potenti” (benzina /diesel) verso vetture, sempre tradizionali, che consumino meno, e il 9% verso quelle ibride/elettriche.

Un altro capitolo analizzato dalla ricerca di AutoScout24 è quello dei viaggi. Su questo il caro carburanti ha avuto sicuramente un impatto, dato che il 22% dei rispondenti aveva intenzione di partire in vacanza ad agosto o settembre ma poi ha cambiato idea proprio per l'aumento del costo della benzina. Eppure, nella scelta del mezzo per i propri viaggi di piacere non hanno dubbi: l’auto è in assoluto il mezzo preferito (indicato dall’88%), in particolare per la possibilità di partire quando si vuole (83%), seguito dalla libertà e flessibilità che il mezzo consente (33%). È sicuramente un atto “d’amore” nei confronti dell’auto, che ha quasi 150 anni di storia, ma anche in questo caso non bisogna sottovalutare gli effetti di un ulteriore aumento dei prezzi. Escludendo i “fedelissimi” (30%), che non rinuncerebbero mai alla comodità dell’auto, oltre la metà del campione userà l'auto in caso di aumenti solo se non avrà alternative valide e il 18% valuterà attentamente mezzi alternativi scegliendo la più economica.

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