giovedì 27 aprile 2017
Dopo il boom di quello pubblico, il car sharing tra privati diventerà una realtà? Aziendale, condominiale, o riservato solo a parenti e amici: ecco come funziona la “proprietà flessibile”
L'automobile costa? Ti affitto la mia
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Noleggiare la nostra auto a conoscenti e amici, quando non ci serve: la rivoluzione, più che economica, è concettuale. Specie in un Paese come il nostro, abituato ormai alla condivisione di mezzi e servizi, ma a patto che non si tratti di beni di proprietà di cui usufruiamo giornalmente. A Bonn e a Berlino invece da qualche settimana chi possiede una Smart può già affittarla a chi vuole, senza bisogno di consegnare le chiavi grazie alla tecnologia che sfrutta le connessioni di bordo. E lo stesso sta facendo Audi attraverso il progetto “Unite” a Stoccolma, mentre Mercedes punta su “Croove” una sorte di Airbnb su quattro ruote in cui gli automobilisti potranno noleggiare la propria vettura ad altri utenti attraverso una app che fa incontrare domanda e offerta.
Si chiama peer to peer questa particolare forma di car-sharing che supera i modelli sinora conosciuti dopo il boom registrato in tutto il mondo delle auto condivise: numeri davvero importanti anche in Italia dove gli iscritti ai vari vettori sul mercato sono già 700mila e il servizio è ormai disponibile in 30 città con una flotta di circa 6.000 veicoli.

Il nuovo noleggio tra privati invece parte da una realtà incontrovertibile: mantenere un’auto oggi in Italia significa in media 3.500 euro l’anno di costi fissi (dato ACI): se ipotizziamo di usarla 4 ore a settimana – la media nazionale – cioè 208 ore all’anno, risulta che per guidare il proprio mezzo si spendono 17 euro all’ora, carburante escluso. È chiaro dunque come possa essere interessante l’idea di metterla in affitto nei lunghi periodi in cui non viene utilizzata. Seguendo questa logica a Milano, nell’ambito del progetto europeo Sharing Cities è stata avviata, attraverso l’invio di un questionario orientativo per valutarne l’interesse, l’idea di un servizio di car sharing condominiale che potrebbe mettere a disposizione a costi contenuti una vettura elettrica per un gruppo di 15-20 condomini. Si tratterebbe di un’ulteriore evoluzione del concetto di sharing, simile a quello dell’acquisto condiviso avviato da Nissan a Parigi con la nuova Micra. Il programma pilota del costruttore giapponese prevede che piccoli gruppi di persone (da tre a cinque) con esigenze simili possano sottoscrivere un contratto annuale per condividere la city car: una app specifica gestisce i “turni” mentre la tariffa mensile di noleggio (da 69 a 115 euro) comprende assicurazione, manutenzione e un tetto di 15mila km percorribili all’anno.

Anche i costruttori hanno dunque compreso che il loro ruolo di venditori di auto si è già trasformato in quello di produttori di servizi. E che la mobilità condivisa è un tassello molto importante anche del loro futuro. Non è un caso che già oggi negli Stati Uniti chi acquista una Tesla può farla configurare in fase di ordine per essere noleggiata a conoscenti e amici, ovviamente per incassare un corrispettivo. Lo stesso vale per Peugeot che dal marzo scorso ha avviato un progetto simile in Francia. Bmw invece sta espandendo il suo “ReachNow”, il car sharing americano “gemello” dell’europeo DriveNow che opera in forma tradizionale: dopo il progetto pilota di San Francisco e le aperture a Seattle e a Portland, nei mesi scorsi, l’operatore tedesco è sbarcato anche nel quartiere newyorkese di Brooklyn, pronto a sperimentare nuovi servizi tra cui il noleggio tra privati.

Gli scenari possibili sono tre: condividere la propria auto con tutti, o con gruppi “chiusi” (parenti e amici), oppure ancora all’interno di un’organizzazione. Scelta quest’ultima già in voga nelle flotte aziendali e che supera il concetto dell’uso esclusivo dei mezzi assegnati. Per le flotte soprattutto poi, l’opzione elettrica abbinata allo sharing potrebbe diventare una nuova frontiera: Nissan ad esempio nei prossimi giorni presenterà di MOV-E, il primo servizio di mobilità aziendale in condivisione con piattaforma dedicata su App, in grado di poter scambiare energia tra l’auto e la rete attraverso l’integrazione con la tecnologia Vehicle-to-Grid sviluppata con Enel.

Non è però ovviamente tutto così semplice e senza problemi. La tecnologia richiede un inevitabile rodaggio, ed esistono ostacoli normativi non indifferenti al noleggio tra privati. Il primo, almeno in Italia, lo indica lo stesso Codice della strada che, all’articolo 84, vieta la locazione senza conducente di veicoli la cui carta di circolazione non specifichi che sono destinati a questo uso. Altro ostacolo quello della polizza assicurativa che deve coprire sia il titolare della vettura quando la usa sia il locatario: un problema di doppia tutela sullo stesso mezzo che in Francia è stato superato offrendo polizze che coprono completamente il proprietario con assicurazione di tipo “casco” e su responsabilità civile, e il conducente con un’assicurazione per la responsabilità civile con franchigia.

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