mercoledì 27 settembre 2017
Car sharing: in Italia nel 2016 i gestori del servizio hanno perso 4.700 euro per ogni auto. Le ragioni? I canoni altissimi da pagare ai Comuni e i pesanti costi di manutenzione
Una delle Smart di Car2go, il più grande operatore di car sharing in Italia

Una delle Smart di Car2go, il più grande operatore di car sharing in Italia

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Un'indagine di Avvenire intitolata “Il car sharing vola ma perde, guadagnano solo i Comuni” , lo aveva annunciato già nel dicembre di un anno fa. Ora arrivano anche numeri più dettagliati. Nel 2016 i cinque principali gestori italiani di car sharing hanno perso 27 milioni di euro: 4.700 per ogni veicolo condiviso circolante nelle nostre città. Un dato che, a dispetto di quanto ci si aspettava, sottolinea il fatto che la condivisione dell'auto non è certo un affare, almeno per ora (ma per alcuni operatori sono già passati anni da quando hanno lanciato il loro servizio) e per chi la vende in Italia. È quanto emerge da una inchiesta sulla mobilità condivisa condotta dal mensile specializzato Quattroruote in edicola da oggi.

Nonostante l'attività sia considerata uno dei simboli dei nuovi sistemi di mobilità e della sharing economy, il quadro del car sharing non è per nulla roseo - secondo quanto emerge - quanto meno dal punto di vista economico-finanziario. Sommando infatti i dati di bilancio delle società affacciatesi di recente nel settore, ovvero la premium Drive Now di BMW e Sixt e la Share'ngo della italo cinese CS Group con quelli dei pionieri Car2go (gruppo Daimler) ed Enjoy (gruppo Eni) - rileva Quattroruote -, le perdite complessive registrate nel 2016 sono state pari a 27 milioni di euro, a fronte di un giro d'affari di poco superiore a 48. Un “rosso” pari a più della metà del valore della produzione, che risulta ancora più evidente analizzando le singole flotte. In media, infatti, per ogni auto del car sharing in circolazione - spiega Quattroruote - la perdita ha superato i 4.700 euro.

I motivi - stando all'inchiesta - sarebbero relativi ai costi di gestione non indifferenti: oltre alla manutenzione e alla riparazione delle vetture, infatti, a incidere sui bilanci sono i costi dei canoni versati ai Comuni per compensare gli ingressi nelle Ztl e la sosta nelle strisce blu, entrambi gratuiti (1.100 euro a veicolo è la cifra annua prevista dal bando 2013 di Milano, salita a 1.200 euro nel 2016; stesso importo previsto a Roma, mentre a Firenze sono circa 600 e Torino ha optato per una parte variabile, soggetta a offerta economica, con base di 250 euro l'anno, e una fissa di 300 euro).

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