martedì 11 gennaio 2011
«La Fiat sbaglia tempo e risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive», ha detto oggi la segretaria generale della Cgil, sottolineando «il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia». Dura la replica dell'Ad di Fiat: «La signora Camusso può dire quello che vuole, ma vada a guardare il piano industriale della Volkswagen, che arriva fino al 2018, e mi spieghi quanti dettagli ci sono».
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"La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive", ha detto oggi Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, sottolineando "la debolezza industriale dell'azienda" e "il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia". "Se Fiat può tenere nascosto il piano è anche perché c'è un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti. È così tifoso che  non ha il coraggio di vedere che quando l'amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date", risposte "sbagliate"."La signora Camusso può dire quello che vuole, ma vada a guardare il piano industriale della Volkswagen, che arriva fino al 2018, e mi spieghi quanti dettagli ci sono". Così ha replicato l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, dal salone dell'auto di Detroit. "Non c'è una pagina con una riga sugli investimenti. Il piano della Volkswagen l'ho letto anch'io. Noi perlomeno lo abbiamo quantificato e abbiamo dato anche uno spazio temporale"."Se introdurre un nuovo modello di lavorare in Italia - ha detto sempre Marchionne - significa insulto mi assumo le mie responsabilità, ma non lo è. L'ho già detto e lo continuo a ripetere: è un messaggio totalmente coerente con la strategia industriale di questo gruppo". "Siamo assolutamente convinti - ha aggiunto - che il modo di operare industrialmente in Italia, anche sulla base della nostra esperienza a livello internazionale, debba essere rinnovato. Stiamo cercando di cambiare una serie di relazioni che storicamente hanno guidato il sistema italiano. In questo sono assolutamente colpevole, stiamo cercando di cambiarlo, di aggiornarlo e di renderlo competitivo. Non si può confondere con un insulto all'Italia. Anzi vogliamo più bene noi all'Italia in questo senso cercando di cambiarla. Il vero affetto è cercare di fare crescere le persone e farle crescere bene, stiamo cercando di farlo a livello industriale. Il fatto che sia un modo nuovo non lo metto in dubbio e nemmeno che sia dirompente perché cambia il sistema delle relazioni storiche, ma che in questo si veda una mancanza di affetto verso l'Italia è ingiustificato. È uno sforzo sovraumano, non lo farebbe nessun altro"."Non ce l'ho né con la Cgil, né con Camusso, né con la Fiom e nemmeno con Landini - ha continuato il top manager Fiat - hanno punti di vista completamente diversi dal nostro che non riflettono quello che vediamo noi a livello internazionale". "Nessuno sta dicendo loro di cambiare punto di vista - ha aggiunto - ma questo non permette loro di accusare gli altri di non volere bene all'Italia. Non si risolve niente così".
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