venerdì 21 luglio 2017
Il futuro sulle strade secondo Bosch: dal pilota semi-automatico al robotaxi senza autista a bordo. Una rivoluzione in pochi anni
Pulita, autonoma e senza stress: ecco la mobilità che ci aspetta
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Secondo Bosch la mobilità del futuro avrà tre importanti linee di sviluppo: la propulsione elettrica, la connessione fra veicoli, "cloud" e infrastrutture e la guida autonoma. Tre filoni che il gruppo di Gerlingen presidia con progetti e studi, come è stato mostrato alla stampa internazionale in un focus tecnologico ospitato in Germania, nel Centro Prove di Boxberg della multinazionale tedesca. In tale occasione si è parlato anche dell'evoluzione dei dispositivi di sicurezza di ausilio alla guida, delle emissioni inquinanti, dell'utilizzo del metano per autotrazione. In proposito c'è stata la possibilità di guidare in anteprima due nuove Audi g-tron, la A4 e la A5.

L'incontro è stato poi un'importante opportunità per la dirigenza Bosch per evidenziare il cambiamento in corso nel business aziendale, dalla ricerca, realizzazione e fornitura di componentistica per l'automotive all'offerta di soluzioni complete per la mobilità. Rolf Bulander, presidente dell'area Mobility Solutions, ha indicato come obiettivi futuri ridurre l'inquinamento generato dai veicoli, abbassare la mortalità stradale sino a livelli prossimi allo zero e rendere più "rilassante" gli spostamenti urbani. «Mobilità senza stress - ha detto - significa meno traffico, meno difficolta per i parcheggi, più velocità per guidare da A a B e anche la possibilità di riservare parcheggi vicino alla stazione tramite Internet». Al riguardo, il manager ha anticipato: «L'anno prossimo Bosch lancerà il suo 'cloud', una piattaforma che permetterà di coniugare esigenze di mobilità e di smart homes, permettendo alla gente di comandare da bordo anche il frigo e la lavatrice di casa o di fare shopping».

Particolarmente interessante è risultato il focus sull'alimentazione a zero emissioni, incentrato su varie proposte, a partire dal nuovo sistema di alimentazione a 48 Volt, studiato per alimentare veicoli leggeri a due, tre e quattro ruote. Si tratta di un pacchetto "chiavi in mano" offerto da Bosch per permettere ai Costruttori di progettare e produrre in soli 18-24 mesi nuovi veicoli EV, dagli scooter ai quadricicli, dalle vetture ai commerciali. Alcuni di questi si sono anche potuti provare, come l'originale quattro posti eGo, il van Streetscooter delle Deutsche Post e il motorino e-Schwalbe.

Un'area della pista è stata dedicata alla prova dei sistemi di sicurezza semi automatici in arrivo sulle prossime generazioni di veicoli, come la frenata automatica in manovra per evitare urti accidentali, anche laterali, contro i paletti. Il tracciato principale, invece, è stato riservato a una Tesla equipaggiata con nuove soluzioni per la guida autonoma. In Bosch, al riguardo, prevedono due linee di sviluppo. La prima interesserà i veicoli di maggiori dimensioni e prevederà l'adozione anche di costosi sistemi laser Lidar, per la scansione dell'ambiente intorno al veicolo. La seconda, riservata a quelli meno cari, aggirerà tale necessità con un'azione combinata di mappe 3D, telecamere, sensori radar e comunicazione vehicle to vehicle. Saranno, infatti, le stesse macchine dotate di tale tecnologia a monitorare con precisione le varie aree, al loro passaggio guidate dagli automobilisti. Quindi invieranno i relativi dati al 'Cloud'. Questi verranno elaborati e reinoltrati alle altre vetture impegnate nella guida autonoma sulle stesse arterie, con flussi di informazioni che potranno arrivare sino a 1 Gigabyte al secondo.

«In questo modo l'auto sarà in grado di stabilire la propria posizione con un'accuratezza inferiore ai 10 cm», ha spiegato Gerhard Steiger, presidente della divisione System Chassis Control di Bosch. «La guida autonoma - ha aggiunto - si affermerà progressivamente. Tra fine anno e inizio 2018 arriverà il “Traffic jam pilot” che sarà in grado di gestire senza intervento umano la vettura nelle situazioni di traffico intenso e sino a 60 km/h, facendole seguire il flusso veicolare. Poi nel 2020 introdurremo l' “Highway pilot”, che potrà gestire da solo il veicolo in autostrada sino a 130 km/h: basterà premere un pulsante per lasciare il volante per un centinaio di chilometri. Al guidatore a bordo, però, potrà essere richiesto dal sistema di intervenire in determinate situazioni critiche». Saranno queste applicazioni destinate alla clientela privata che possiede il veicolo, chiarisce il manager e che funzionare «non necessiteranno di particolari infrastrutture».

Un differente filone di sviluppo sarà rappresentato dai robotaxi, dalle auto cioè in grado di guidare nelle città, sino a 50-55 km/h, anche senza la presenza di persone a bordo. Questo tipo di veicoli, decisamente più cari per il tipo di tecnologia imbarcata, saranno prerogativa delle aziende, delle società e dei servizi di car sharing, che potranno più facilmente ammortizzarne i costi. «Le auto potranno essere utilizzate 24 ore su 24, in qualunque situazione, e saranno in grado di muoversi in sicurezza e autonomamente. Richiedono più sensori e un “senso della posizione” di grande accuratezza: per questo imbarcheranno due o tre Lidar, dai sei agli otto radar, da sei a otto telecamere e sensori a ultrasuoni. Svilupperemo il nostro robotaxi in collaborazione con Daimler: metteremo su strada i primi prototipi già nel 2018 ma saremo seriamente pronti per una produzione nel 2020-2021».

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