martedì 17 gennaio 2012
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​L'agenzia di rating Fitch "minaccia" un possibile downgrade dell'Italia entro gennaio, ma la Borsa di Milano si conferma in rialzo a metà mattinata insieme a tutti i listini del Vecchio Continente. Continua a scendere anche lo spread che viaggia sui 470 punti.Ci sono «buone possibilita» che l'Agenzia di rating Fitch declassi l'Italia entro fine mese, ha affermato il responsabile delle relazioni esterne di Fitch Italia, Alessandro Settepani, a margine di un'audizione presso la commissione Finanze della Camera. «Entro fine gennaio sarà completata la revisione e ci sono buone possibilità che l'Italia venga declassata - ha detto Settepani - sicuramente l'azione del governo è statautile, seria e credibile ma fino a quando i tassi restano alti c'è un problema di costo del rifinanziamento». A proposito delle polemiche nella Ue sul ruolo delle Agenzie di rating, Settepani ha sottolineato che «abbiamo già fatto diversi commenti, c'è un confronto aperto e serrato ma sicuramente non siamo preoccupati. Dobbiamo spiegare bene quello che facciamo alle autorità ma preoccupazione non ce n'è».Fitch oggi è intervenuta anche su Atene: la Grecia finirà in default, ma sarà probabilmente un fallimento ordinato, ha detto il responsabile della divisione Rating sovrani dell'Europa, del Medio Oriente e dell'Africa di Fitch, Edward Parker. «Accadrà. La Grecia è insolvente per cui finirà in default, non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno».Le Borse europee chiudono tutte positive, sulla scia di Wall Street e dell'ottimismo alimentato dalla crescita record a gennaio dell'indice Zew in Germania e dai dati cinesi. Il possibile downgrade dell'Italia "minacciato" da Fitch indebolisce Milano, che comunque termina in rialzo. A Londra il Ftse 100 sale dello dello 0,65% a5.693,95 punti. Maglia rosa a Francoforte che cresce dell'1,82% a 6.332,93 punti. Positiva anche Parigi con il Cac 40 che guadagna l,4% a 3.269,99 punti. L'Ftse Mib a Milano guadagna lo 0,69% a 15.325,98 punti e l'Ibex di Madrid avanza dell'1,01%.Infine sul fronte Europeo è rimasto stabile all'8,2% il tasso di disoccupazione nell'area Ocse a novembre. Il dato nasconde però differenza piuttosto marcate sull'andamento dell'indicatore nelle diverse zone. Nell'Eurozona, il tasso dei senza lavoro è al 10,3%, il dato più alto dall'inizio della crisi finanziaria globale. Un incremento dei disoccupati si è osservato in Portogallo (13,2%), Spagna (22,9%), Italia (8,6%) e Olanda (4,9%). Cali sono stati invece registrato in Germania (5,5%) e Belgio (7,2%). Il dato tedesco, in particolare, si è riportato sui livelli del 1991, al momento della riunificazione, dopo aver raggiunto un picco dell'11,5% nel2005.
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