venerdì 8 luglio 2016
Il presidente dell’Istituto di previdenza, Tito Boeri (nella foto), ha ricordato anche che l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non ha causato l’aumento dei licenziamenti. Anzi, lo scorso anno sono diminuiti del 12%. Promosse le riforme del lavoro.
Boeri spegne gli allarmi: prestazioni sempre garantite
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L’Inps "opera per conto dello Stato. Le sue prestazioni verranno comunque erogate perché garantite da leggi dello Stato". Lo afferma il presidente dell’Istituto di previdenza, Tito Boeri, nella sua relazione al rapporto annuale, rispondendo alle preoccupazioni e agli allarmi sul bilancio. "Inoltre – ha spiegato – il saldo annuale Inps riflette i trasferimenti del bilancio dello Stato, alcuni dei quali effettuati a consuntivo. Stiamo lavorando con i ministeri dell’Economia e del Lavoro per riordinare e rendere più tempestivi i trasferimenti del bilancio dello Stato". Il presidente dell’Inps ha ricordato anche che l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non ha causato l’aumento dei licenziamenti. Anzi, lo scorso anno sono diminuiti del 12%. E promuove le riforme del lavoro. "Con il cosiddetto Jobs act si è davvero finalmente pensato ai giovani e al loro ingresso nel mercato del lavoro. Non c'è dubbio che il 2015 sia stato un anno di grande cambiamento nelle modalità d'ingresso dei giovani nel nostro mercato del lavoro. C'è stato un forte incremento nella quota di assunzioni con contratti a tempo indeterminato ai danni dei contratti a tempo determinato. Il numero dei contratti senza una data di scadenza è aumentato del 62%, addirittura del 76% per i giovani con meno di 30 anni. In questa fascia di età la percentuale di occupati con contratti a tempo determinato o stagionali è scesa dal 37% al 33%"."Insomma - ha aggiunto Boeri - finalmente un anno positivo per il mercato del lavoro dei giovani. Ce ne vorrebbero tante altre per riassorbire i livelli inaccettabili della disoccupazione giovanile e per capitalizzare sulla stabilizzazione legando le assunzioni con contratti a tempo indeterminato a investimenti in formazione sul posto di lavoro, in modo da creare lavori più produttivi e meglio retribuiti". Il rapporto annuale dell'Inps dedica un'ampia analisi al tema degli incentivi per favorire il lavoro a tempo indeterminato. Dopo la Lombardia con 528mila e il Lazio con 307mila assunzioni/trasformazioni, sono state oltre 262mila le assunzioni/trasformazioni di lavoro a tempo indeterminato in Campania l'anno scorso. E, Lombardia a parte, alcune regioni del Mezzogiorno sono state le più dinamiche. In Campania sono state 74mila le imprese che hanno attivato rapporti di lavoro a tempo indeterminato mentre in tutto il Paese la cifra supera quota 733mila per un totale di 2,6 milioni di attivazioni.In Campania 57mila le imprese che hanno beneficiato dell'esonero per oltre 211mila unità. Nella regione campana le attivazioni hanno superato quelle di regioni come Veneto (207mila), EmiliaRomagna (194mila) e Toscana (171mila). Ma sempre al Sud anche la Sicilia registra una notevole performance con 165mila attivazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, superiore ai 160mila del Piemonte.Bene anche la Puglia con 153mila attivazioni mentre regioni come Abruzzo e Marche hanno oltrepassato le 60mila unità, superando Liguria, Trentino e Friuli. Circa l’1% del bilancio dell’Inps - ha precisato il presidente Boeri - serve a coprire le spese gestionali: 3,6 miliardi di euro, di cui circa la metà spese di personale e l’altra metà acquisti di beni e servizi. Questa macchina contribuisce ogni anno per circa un punto di Pil alla riduzione del debito pubblico mediante il contrasto dell’evasione ed elusione contributiva e il controllo sulla permanenza dei diritti alle prestazioni sociali. Ogni euro speso per la macchina Inps genera così quattro euro, tra minori spese per prestazioni ed entrate aggiuntive, di trasferimenti alle casse dello Stato.I pensionati sono 15.663.809, con un importo lordo medio mensile di 1.464,41 euro. Il numero delle prestazioni previdenziali è invece di 17.184.075, con un importo lordo medio mensile di 1.093,54 euro. Sono circa sei milioni (5.962.650), meno di quattro su dieci (38%), i pensionati che percepiscono assegni sotto i mille euro. Boeri, tuttavia, ha un rammarico: "Avremmo tanto voluto che il 2016 diventasse l’anno dell’introduzione in Italia di misure universali di contrasto della povertà, purtroppo la legge delega in discussione in Parlamento ha perso molti pezzi".
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