mercoledì 7 giugno 2023
L'Arcidiocesi ha presentato la sua prima rendicontazione sulla generazione di valore, adottando una logica a matrice su interventi e territori
Una veduta interna del Duomo di Milano

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L’Arcidiocesi di Milano nei giorni scorsi ha presentato il suo primo bilancio di missione. Un documento di forte significato poiché rappresenta un ponte tra la dimensione di missione e la dimensione economico-finanziaria per un ente che non ha l’obiettivo di produrre profitti, ma di massimizzare la generazione del valore da distribuire alla Diocesi. Dunque, uno strumento importante per valutare l'impatto pastorale, sociale e amministrativo.

Secondo la letteratura scientifica, il presupposto di ogni bilancio di missione è che le organizzazioni sono assimilabili sul piano della generazione di valore; le distinguono invece le logiche e i processi che ne guidano la distribuzione. Rispetto alla generazione di valore, il bilancio di missione consente di rendicontare come l’Arcidiocesi amministra le risorse raccolte. Ne emerge sia la massima attenzione e responsabilità nella gestione, sia un’organizzazione snella ed efficiente che moltiplica il valore di ogni euro conferito. Rispetto alla distribuzione del valore generato, il documento delinea un ente capace di intercettare disagi e bisogni delle comunità ambrosiane secondo una logica “a matrice”, vale a dire, da un lato, territoriale con le parrocchie e, dall’altro, per tipologia di intervento con specifici enti dedicati. Da quanto abbiamo potuto verificare con il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, questo bilancio di missione pur essendo “fatto su misura” per l’Arcidiocesi, è costruito secondo un metodo in linea con altre esperienze di enti del terzo settore e, per questo, può aprire la strada ad altre Diocesi nell’adozione di questa buona pratica.

Tre i profili principali emersi, di rilievo anche dal punto di vista scientifico. Il primo riguarda la misurazione dell'impatto. Oggi le organizzazioni che utilizzano metodi di misurazione solidi sono sempre più legittimate dalle comunità, ricevendo di ritorno un maggiore riconoscimento in termini di sostegno delle persone, di contributi economici e collaborazione. Ne risulta un’Arcidiocesi ben organizzata e che si caratterizza per una gestione “generativa”, non puramente riconducibile a forme “di trasferimento” delle risorse. Il secondo profilo emerso è il coinvolgimento degli stakeholder che, peraltro, dovrà essere ulteriormente rafforzato includendo anche le loro prospettive nei meccanismi di rendicontazione. Da questo punto di vista il processo non finisce oggi con la pubblicazione del documento ma inizia “portando in azione” il bilancio stesso. Un terzo profilo consiste nella definizione di un appropriato sistema di indicatori di performance capaci di esprimere gli obiettivi che l’ente vuole raggiungere e rispetto ai quali definire policy e sistemi di monitoraggio così da indirizzare i comportamenti organizzativi. Quindi il bilancio di missione consente all’Arcidiocesi di rendersi accountable verso l’esterno, dando evidenza dei processi di generazione e distribuzione del valore. Del resto, dare conto delle proprie azioni in modo trasparente e rigoroso è il presupposto della fiducia degli attori esterni così da alimentare un circolo virtuoso tra l’ente e le sue comunità nel raccogliere, moltiplicare e distribuire valore.

* Preside Facoltà di Scienze bancarie finanziarie e assicurative, Università Cattolica del Sacro Cuore

** Professore ordinario di Economia aziendale, Università Cattolica del Sacro Cuore

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