giovedì 20 giugno 2013
Messaggio di ottimismo del presidente della Federal Reserve, sebbene le stime di crescita siano riviste leggermente al ribasso. Anche il mercato del lavoro va meglio, nonostante il tasso di disoccupazione sia ancora troppo elevato. Tassi invariati.
Istat: in calo Pil e lavoro, soprattutto al Sud
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Ottimismo. È questo il messaggio della Federal Reserve, che vede i rischi per l'economia americana allontanarsi e la ripresa sempre più rafforzarsi, sebbene le stime di crescita siano riviste leggermente al ribasso. Anche il mercato del lavoro va meglio, nonostante il tasso di disoccupazione resti troppo elevato.Ma tutto ciò - in un periodo definito ancora di 'normalizzazione' - non basta a cambiare la strategia seguita oramai da tempo: quella dei tassi vicino allo zero e delle misure di stimolo straordinarie per sostenere la crescita.Per questo il board della Banca centrale statunitense ha lasciato invariati i tassi, tra lo zero e lo 0,25%, il livello più basso di sempre. E ha confermato come per ora di rallentamento del programma di acquisto titoli non se ne parla: si continuerà a prevedere una iniezione sui mercati da parte della Fed di 85 miliardi di dollari al mese. Chi si aspettava maggiori dettagli sul piano di exit strategy a cui lavora la Fed è rimasto deluso."La decisione di alzare i tassi è ancora lontana nel tempo", ha sottolineato il presidente Ben Bernanke, ribadendo come il programma sui bond - se le previsioni economiche sono corrette - dovrebbe terminare non prima della metà del 2014. Bernanke concede però un'apertura, lasciando intravedere un ritiro graduale dalle misure straordinarie: "Potremmo cominciare a rallentare questo programma già nel 2013, ma tutto dipenderà dalle condizioni economiche e finanziarie". "Le informazioni a riguardo - ha poi tagliato corto - saranno comunque divulgate al momento giusto". Del resto, "la Fed non ha politiche predeterminate".L'ottimismo della Fed è dovuto soprattutto ad alcuni fattori, ha quindi spiegato Bernanke, citando soprattutto la fiducia crescente nel cruciale settore immobiliare. Le ombre  arrivano sempre dalla disoccupazione che - ha sottolineato - al 7,6% resta a un livello inaccettabile. Per questo i tassi rimangono al momento ai minimi storici, con la maggior parte dei 19 membri del Fomc, il braccio operativo della Fed, convinti che potranno risalire all'1% non prima del 2015.Nel corso della conferenza stampa seguita al comunicato sui tassi, Bernanke si è quindi sottratto all'inevitabile domanda sul suo futuro, lui che presto terminerà il suo secondo mandato: "Su di me non ho nulla da dirvi", glissando anche sui complimenti ricevuti dal presidente americano, Barack Obama, in un'intervista alla tv pubblica Cbs.Sul fronte previsioni economiche, nel dettaglio la Fed rivede leggermente in calo le stime di crescita per quest'anno, tra il 2,3%-2,6% contro il 2,3%-2,8% stimato a marzo. Rivede però in meglio per il 2013 le stime sulla disoccupazione col tasso compreso tra il 7,2%-7,3% rispetto alla forchetta del 7,3%-7,5% precedente e quelle sull'inflazione. La Borsa non reagisce bene alle parole di Bernanke ed alle nuove stime, accentuando le flessioni di tutti gli indici di Wall Street.​
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