lunedì 16 gennaio 2023
L'Autorità ha aperto istruttorie nei confronti di Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil: i prezzi alla pompa erano più alti di quelli pubblicizzati. Esultano le associazioni dei consumatori
Riscontrata dall'Antitrust anche l'omessa comunicazione dei prezzi al portale “Osservaprezzi Carburanti”

Riscontrata dall'Antitrust anche l'omessa comunicazione dei prezzi al portale “Osservaprezzi Carburanti” - Ansa

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Un prezzo alla pompa diverso da quello pubblicizzato e la mancata comunicazione dei prezzi al portale "Osservaprezzi carburanti". Sono le irregolarità riscontrate dall’Antitrust, che ha avviato istruttorie con ispezioni nei confronti di Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil. Dai controlli è emersa "un'omessa diligenza" da parte delle compagnie nei controlli sui distributori. Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil "non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori".

Secondo una nota dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, le ispezioni nelle sedi delle società coinvolte sono state condotte con l'ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza: “I procedimenti – si legge - sono stati avviati anche sulla base della documentazione tempestivamente fornita dalla Guardia di Finanza in merito alle infrazioni accertate sui prezzi dei carburanti praticati da oltre mille pompe di benzina (marchio Eni 376, marchio Esso 40, marchio Ip 383, marchio Kuwait 175, marchio Tamoil 48) distribuite su tutto il territorio nazionale". L'Antitrust ha avviato le istruttorie in quanto "la documentazione e i dati trasmessi dalla GdF farebbero emergere da parte delle compagnie petrolifere condotte riconducibili alla omessa diligenza sui controlli rispetto alla rete dei distributori, in violazione dell'art. 20 del Codice del consumo”.

In numerosi casi, viene spiegato, è risultata difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato; in altri è stata riscontrata l'omessa esposizione del prezzo praticato, ovvero l'omessa comunicazione al portale “Osservaprezzi Carburanti”, utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso. "In particolare – spiega ancora l’Antitrust -, Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori".

Esultano le associazioni dei consumatori. "Era ora! Finalmente l'Antitrust, che non sta indagando per la presunta speculazione rivelatasi poi falsa o per accordi collusivi, ha deciso di ipotizzare che è scorretto comunicare dati errati al ministero o, peggio ancora, mettere prezzi esposti falsi", sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Attendiamo gli esiti dell'indagine dell'Autorità e, se saranno accertate irregolarità a danno dei consumatori, siamo pronti ad avviare le azioni legali del caso a tutela degli utenti danneggiati", afferma da parte sua il Codacons.

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