giovedì 13 giugno 2013
​Il risanamento di bilancio "più graduale" indicato nel nuovo programma di stabilità dell'Italia presenta "rischi", rappresentati da "un'evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative" e "un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese".
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Il risanamento di bilancio "più graduale" indicato nel nuovo programma di stabilità dell'Italia presenta "rischi", rappresentati da "un'evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative" e "un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese".Nel suo bollettino mensile l'Eurotower torna sull'andamento dei conti pubblici nel 2012 rifacendosi al dati notificati dai Paesi dell'Eurozona ad Eurostat in primavera, che mettono l'Italia nel gruppo dei Paesi che non hanno fatto salire il deficit oltre il 3% del Pil. Lo scorso anno "il risanamento - nota la Bce - è stato sostenuto da interventi di aumento delle entrate che hanno più che compensato l'incremento della spesa osservato nel 2012". I disavanzi "sono rimasti superiori al valore di riferimento del 3 per cento del Pil nella maggior parte dei paesi dell'area, con l'eccezione di Germania, Estonia, Italia, Lussemburgo, Austria e Finlandia". Quanto al debito, resta prossimo o superiore al 100% del Pil in Belgio, Irlanda, Grecia, Italia e Portogallo.La Bce nota comunque, per l'Italia, un rapporto deficit/Pil superiore di 1,3 punti percentuali all'obiettivo fissato nel programma di stabilità, "un risultato perlopiù riconducibile all'andamento economico peggiore delle aspettative e alla debole dinamica delle entrate". "Nel quadro di una progressiva ripresa - prosegue la Bce - l'aggiornamento del programma italiano "posiziona il disavanzo appena sotto il 3% del Pil" per il 2013" dopo che "in previsione di un percorso di risanamento più graduale, gli obiettivi di bilancio sono stati notevolmente ridimensionati rispetto all'aggiornamento del programma per il 2012". In base alle attese, ricorda poi la Bce, "nel 2013 il rapporto fra debito pubblico e Pil raggiungerebbe il picco di circa il 130% del Pil".
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