giovedì 13 agosto 2009
Le prime due economie della zona euro tornano a espandersi dopo un anno di crisi. La Banca centrale prevede ancora qualche mese di «debolezza» per l'area, con una fase di «stabilizzazione» a cui seguirà una «graduale» risalita dell'attività economica.
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Siamo vicini a «un punto di svolta». Il bollettino mensile della Banca centrale europea è probabilmente il documento più ottimista degli ultimi due anni dell’istituto di Francoforte. Gli economisti della Bce non si nascondono che «il livello di incertezza rimane elevato» ma notano «crescenti segnali» sufficienti a lasciar pensare che «la recessione mondiale stia raggiungendo un punto di svolta».Il primo di questi segnali è che nell’area dell’euro «il ritmo di contrazione economica sta chiaramente diminuendo». Anche il clima di fiducia «potrebbe migliorare più rapidamente» delle previsioni, e i piani di stimolo economico elaborati dai governi potrebbero avere «effetti più marcati del previsto». Per una prima ripresa «graduale» bisognerà aspettare il 2010. Nei prossimi mesi l’attività economica dovrebbe «rimanere debole», con una iniziale fase di «stabilizzazione» seguita «da una graduale ripresa dei tassi trimestrali di segno positivo». Qualcosa che sta già accadendo: ieri le due principali economie dell’eurozona, Francia e Germania, a pochi minuti di distanza l’una dall’altra hanno diffuso i dati sul Pil del secondo trimestre. Entrambe hanno segnato un +0,3% rispetto al 1° trimestre, quando le previsioni indicavano nuove flessioni.Il resto d’Europa fa un po’ più fatica. Nel trimestre il Pil dell’Eurozona è sceso dello 0,1%, quello dell’Unione europea dello 0,3%. Lievi contrazioni comunque inferiori rispetto a quelle dei primi tre mesi dell’anno (-2,5% per la zona euro e -2,4% per tutta l’Unione). Il Pil italiano è calato dello 0,5% – molto meno rispetto al primo trimestre tanto che il ministro dello Sviluppo Scajola ha parlato di «segnali di assestamento – quello del Regno Unito è sceso dello 0,8%. Per tutti, ricorda la Bce, restano molte insidie. L’elenco dei rischi, nel bollettino Bce, è lunghissimo: «Nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche, condizioni nel mercato del lavoro più sfavorevoli delle attese».Il mercato del lavoro è quello che fa più paura. A giugno la disoccupazione nell’area dell’euro è salita dello 0,1%, a quota 9,4%. La Bce si attende «ulteriori incrementi» per i prossimi mesi. Per questo chiede ai governi un maggior impegno sulle riforme e forti incentivi per favorire il reinserimento dei disoccupati. Così come preoccupa il deterioramento dei bilanci pubblici, che esige «un aggiustamento strutturale» dei conti.Le buone notizie arrivate da Francoforte hanno spinto le Borse europee: Milano, la migliore, è salita dell’1,3% chiudendo al massimo da nove mesi. Londra ha guadagnato lo 0,82%, Parigi lo 0,49% e Francoforte lo 0,95%.
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