sabato 15 ottobre 2016
​La ripresa continua anche se a «ritmi moderati». Il debito è sceso di 30 miliardi dal record di luglio e la disoccupazione è calata.
Il numero dei lavoratori tornato a livelli pre-crisi

MASSIMO PERCOSSI

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La ripresa dell’economia italiana resta moderata, «modesta» rispetto a quella di altri Paesi europei, ma nei mesi estivi, dopo la crescita zero del secondo trimestre, il Pil ha ripreso leggermente a crescere. Per di più - e questo è un dato certo - in primavera il numero dei lavoratori dipendenti è tornato ai livelli pre-crisi. E ad agosto, dopo otto mesi di crescita ininterrotta, il debito ha abbandonato i livelli record del mese precedente, scendendo di quasi 31 miliardi a 2.225 miliardi di euro. A tracciare il quadro è la Banca d’Italia, che nel Bollettino economico di ottobre invita anche a uno sforzo sul rilancio degli investimenti, in vista della manovra che approderà sul tavolo dei Consiglio dei ministri.Nel secondo trimestre del 2016 il numero degli occupati ha continuato a salire (+1,8%). Il tasso di disoccupazione è diminuito lievemente, attestandosi all’11,5%, perché - spiega via Nazionale - la sua discesa è stata frenata dall’ulteriore aumento della partecipazione al mercato del lavoro, dovuta al miglioramento delle prospettive occupazionali. Bankitalia non fornisce numeri sulla crescita, né giudizi sui dati inseriti nella Nota di aggiornamento al Def, ma sottolinea che in Italia la ripresa continua «a ritmi moderati».Nello scenario programmatico, rileva il Bollettino, si prospetta per il prossimo anno un’espansione più elevata di 0,4 punti rispetto al quadro tendenziale, all’1%. «L’effetto delle misure che il governo intende realizzare dipenderà dalla natura e dalle modalità degli interventi, i cui dettagli saranno specificati nella legge di bilancio», si limita a notare la banca centrale che dà comunque le sue indicazioni: «Per il sostegno alla crescita appare utile concentrarsi su misure per favorire gli investimenti, privati e pubblici, assicurando per questi ultimi il tempestivo utilizzo delle risorse». La copertura, spiega, potrebbe arrivare da operazioni di spending e andrebbe quindi ricercata «soprattutto in interventi di contenimento delle spese di funzionamento dell’amministrazione».Gli investimenti, «non più frenati dalle condizioni di accesso al credito ma dalle prospettive della domanda ancora deboli», sono la vera chiave di volta e, come dimostrano le analisi economiche, un ritorno ai ritmi pre-crisi, «oltre a rafforzare la ripresa ciclica, innalzerebbe la crescita potenziale in Italia di oltre mezzo punto percentuale». Bankitalia rassicura quindi anche sulla situazione delle banche, nonostante le turbolenze di Borsa e la questione, meno acuta ma ancora aperta, delle sofferenze. «Le quotazioni azionarie si sono ridotte nel corso dell’anno, per un ridimensionamento delle aspettative sulla redditività, ma si sono decisamente ridotti i premi per il rischio default», si legge nel Bollettino, che definisce incerto e spalmato nel tempo il rapporto tra calo dei titoli e stretta del credito.
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