giovedì 2 aprile 2020
Il fondatore di Europe Energy ha molta chiara la situazione dell’imprenditoria e dei rischi che può correre il nostro sistema produttivo bloccato a causa del Coronavirus
Matteo Ballarin, fondatore di Europe Energy

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Matteo Ballarin ha fondato nel 2007 Europe Energy, società di trading e vendita al cliente finale di energia e gas. È un imprenditore che ha molta chiara la situazione dell’imprenditoria e dei rischi che può correre il nostro sistema produttivo bloccato a causa del Coronavirus.

Come si spiega questo crollo della domanda dell'energia? Quali possono essere gli scenari se dovesse continuare l'emergenza sanitaria?
Il calo della domanda di energia che si è avuto in alcuni giorni di marzo in termini percentuali si è verificato solo nel 1943, questo a conferma del fatto che siamo in condizioni simili a quelle di una guerra. Lo scenario è facilmente prevedibile, meno le soluzioni efficaci per venirne fuori. Più del 60% delle industrie sono ferme. Tutte le pmi e le Partite Iva sono ferme. Quindi non consumano. È vero che la gente è a casa e quindi le famiglie consumano di più, ma questo non compensa minimamente il calo industriale. Più avanti va l’emergenza sanitaria, più si avrà un leggero ulteriore deterioramento della domanda, ma quello che diventerà sempre più drammatico sarà la ripresa dopo l’emergenza. Le aziende saranno capaci di riaprire o questa crisi le avrà messe in ginocchio finanziariamente? La risalita dei consumi sarà diretta conseguenza di questo e di quanto saranno efficaci gli strumenti finanziari ed economici per sostenere la ripartenza.

Ci potrebbe essere un rischio black out?
Il rischio black out è scongiurato. La rete elettrica offre il sufficiente grado di flessibilità per gestire il presente stato della domanda. Per esempio vengono eventualmente tagliate le importazioni di energia per evitare che troppa energia sia “fuori controllo” diretto del nostro gestore di rete (in quanto controllata dal gestore di rete dello Stato da cui si importa). Non corriamo il rischio di un black out energetico, quindi. Ma il rischio di un black out economico.

Il mancato consumo di prodotti petroliferi può rallentare il passaggio alle rinnovabili?
Sicuramente sì. Teniamo conto che abbiamo una serie di impianti ritenuti essenziali per il corretto funzionamento della rete elettrica che per una serie di ragioni (prima fra tutte la possibilità di controllare la produzione) devono essere in funzionamento. Quindi tecnologicamente meno spazio per il rinnovabile. Inoltre il finanziamento dell’energia rinnovabile viene pagato attraverso le bollette elettriche di tutti noi. Minori sono i consumi più alti gli oneri che ci troviamo in ogni singola bolletta e quindi meno spazio per fare nuovi investimenti.

Quale ruolo può avere l'energia prodotta da fonti rinnovabili in questa fase?
Poco da un punto di vista tecnico. Molto se le istituzioni decideranno che serva un nuovo serio Green Deal per rilanciare l’economia dopo la crisi che, inevitabilmente, arriverà.

Cosa consiglia per risparmiare energia ai tanti italiani costretti alla quarantena ?
Porre tanta attenzione alle piccole cose. Alle famiglie che sono nostri clienti consigliamo sempre qualche piccolo accorgimento che permette di controllare i propri consumi e magari di risparmiare qualcosina. Per esempio fare l’autolettura dei propri consumi e comunicarla al proprio fornitore in modo da avere bollette precise e in linea con i consumi. Staccare sempre le prese dei dispositivi come i caricatori o in cucina la macchina del caffè. Oppure lasciare la porta del forno chiusa il più possibile, ogni volta che viene aperta circa un quarto dell'aria calda racchiusa all'interno viene dispersa nell'ambiente. Allo stesso modo chiudere sempre bene il frigo e non aprirlo troppe volte come utilizzare gli elettrodomestici, lavatrice e lavastoviglie sempre a carico pieno.

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