sabato 17 febbraio 2024
Il birrificio di Piozzo, nelle langhe cuneesi, lancia un equity crowdfunding fra gli estimatori del marchio per raccogliere 5 milioni di euro. Musso: così restiamo quello che siamo. Nel 2028 la Borsa
Il birrificio di Baladin a Piozzo, Cuneo

Il birrificio di Baladin a Piozzo, Cuneo - Ufficio stampa

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Le Baladin significa il cantastorie. Ed è una bella storia, che sa di territorio e di innovazione quella che racconta il pub, divenuto poi birrificio, di Piozzo, nelle langhe cuneesi. In una terra di vini, il fondatore Teo Musso ha puntato su luppolo e malto, realizzando dal 1986 a oggi, bottiglia dopo bottiglia, fusto dopo fusto, quella che può definirsi una vera e propria “beer revolution”. La sfida - vinta - di produrre in Italia e commercializzare la birra artigianale. Con il 95% di materie prime da filiera italiana, in un mercato che raggiunge oggi 47 paesi nel mondo. L’ultimo passo è una campagna di crowdfunding con l'obiettivo di raccogliere 5 milioni di euro, chiamando a raccolta il popolo di estimatori delle sue birre “nazionali”. Fondi con cui l’azienda intende finanziare una crescita che, nel giro di cinque anni, dovrebbe portare il birrificio artigianale a quadruplicare la produzione e triplicare il fatturato ed essere pronto nel 2028, al grande passo della Borsa.

Una fermentazione continua quella che vivono Teo Musso, affiancato dal figlio Isaac (a cui ha dedicato la prima etichetta), e i suoi 61 collaboratori di Piozzo. «Sono un irrequieto, mi piace scoprire nuove frontiere – ha detto Musso, in una presentazione dell’iniziativa a Milano, nei giorni scorsi, alla Cascina Nascosta, nel cuore del Parco Sempione -. Avremmo potuto seguire mille altri percorsi per finanziarci, attraverso un fondo o delle famiglie che ci sostenessero, ma abbiamo scelto l'equity crowdfunding, benché non siamo una startup, perché abbiamo una comunità molto importante di “baladiniani” che vogliamo rendere partecipi di questo piano di sviluppo». Il principio è chiaro e sano, come le sue birre: «Siamo cresciuti da quando eravamo un pub di paese, con 200 etichette di birre. E vogliamo crescere ancora. Ma senza snaturare la nostra azienda, senza stravolgere quello che siamo».

I sottoscrittori del crowfunding, lanciato attraverso il portale Mamacrowd, diventeranno azionisti assieme alla famiglia Musso (che detiene il 70%) e al patron di Eataly, Oscar Farinetti (che ne aveva rilevato il 16%) e il management (14%). La valutazione di Baladin, ha spiegato Isaac Musso, figlio del fondatore e investor relation, si attesterà «tra i 40 e i 60 milioni di euro. Il taglio minimo dell'investimento sarà di 250 euro». Un investimento alla portata di tutti.

Teo e Isaac Musso di Birra Baladin

Teo e Isaac Musso di Birra Baladin - Foto Davide Dutto - Ufficio Stampa

Le risorse serviranno a potenziare il marketing, la comunicazione, la rete di vendita e l'export ma anche a costruire un pozzo per sfruttare una falda acquifera che renderà il birrificio di Piozzo indipendente dal punto di vista idrico e a trasformare il birrificio di Bernareggio, acquistato nel 2022, nel primo birrificio condiviso tra produttori artigianali. Con l'obiettivo di portare un'azienda che ha chiuso il 2023 con un fatturato di 18 milioni, un ebitda margin del 22% e una produzione di circa 26 mila litri di birra a produrre, nel 2028, 100 mila litri, generando 50 milioni di ricavi e un margine del 25%.

La storia di Baladin può continuare. Con tante altre storie, di piccoli soci che vogliono rendere la loro birra, ancora più grande. «Ogni anno – assicura Teo Musso – faremo l’assemblea dei soci a Piozzo, e sarà una grande festa. I numeri, sì. Ma non dimentichiamo mai che siamo nati come un locale. Un pub, dove si incontrano gli amici, con una birra e tanta buona musica». E quello vuole restare, almeno nello spirito, Baladin. Il cantastorie.

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