giovedì 16 febbraio 2023
L'80% dei nuclei vorrebbe un sostegno economico di accompagnamento maggiorato per il personale domestico e di cura regolare. La riforma della non autosufficienza
Andrea Zini, presidente di Assindat-colf

Andrea Zini, presidente di Assindat-colf - Assindat-colf

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Gli aumenti contrattuali scattati a gennaio hanno rappresentato un colpo duro per le famiglie alle prese con l’assistenza a domicilio di un familiare anziano. Tanto da far percepire come «insostenibile» il costo di un/una badante a 6 famiglie su 10 tra quelle interpellate in una ricerca del Censis, commissionata dall’associazione di datori di lavoro Assindatcolf. L’incremento del 9,2% dei minimi, infatti si è fatta sentire sui bilanci dei nuclei già “provati” dal caro-bollette.

Ma i dati più interessanti dello studio su «Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare», presentato ieri, riguardano le aspettative che le famiglie italiane nutrono sulla riforma dell’assistenza ai non autosufficienti. Il provvedimento – varato con legge delega lo scorso gennaio e che prevede fra l’altro anche la riforma dell’assegno di accompagnamento – deve ancora essere tradotto in norme effettive, trovare finanziamenti adeguati e vanno create le strutture organizzative necessarie a rendere concreta la svolta nell’assistenza domiciliare agli anziani. Nella scala di priorità degli strumenti più urgenti da adottare nell’ambito della tutela della non autosufficienza, però, le famiglie mettono al primo posto la previsione di incentivi all’assunzione per ridurre il costo che si deve sostenere per la badante. Segue, in secondo posizione, la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane. E, come terza richiesta, il miglioramento dell’invecchiamento attivo, con la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali.

Ancora, spiega il Censis, a proposito dei nuovi strumenti di tutela e accompagnamento previsti nel disegno di legge delega, in favore delle persone anziane, 8 famiglie su 10 (l’82,9%) hanno dichiarato di preferire «una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale», con la previsione di «una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto», rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo, scelto solo dal 17,1% degli intervistati. Dato importante perché anzitutto evidenzia il gradimento verso le scelte operate con la legge delega nata dal confronto degli ultimi governi con le associazioni che a vario titolo si occupano di anziani, ma soprattutto perché conferma che le famiglie – se adeguatamente agevolate sul piano economico e fiscale – sono pronte a ricorrere maggiormente a personale domestico e di cura regolare. Mentre oggi, purtroppo, il tasso di irregolarità in questo comparto supera il 52%.

«Indicazioni chiare, quelle delle famiglie – ha detto Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – che speriamo siano recepite nei decreti delegati e adeguatamente finanziate».

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