martedì 23 marzo 2021
La società di gestione del risparmio Azimut lancia il suo "token", criptovaluta che si appoggia a un pacchetto di crediti alle pmi italiane, così da rendere più facile investire su questi asset
Pietro Giuliani, presidente e fondatore di Azimut

Pietro Giuliani, presidente e fondatore di Azimut

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La tecnologia blockchain alla base dei bitcoin può essere utilizzata anche per fare arrivare credito all’economia reale. Ci prova Azimut, principale società indipendente italiana del risparmio gestito, che ha lanciato il suo Azimut Token.

Si tratta di una criptovaluta basata sulla blockchain che si appoggia a un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese, originati sulla piattaforma di crowdfunding Borsa del Credito e garantiti dal Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale.Questi prestiti reali sono stati cartolarizzati e quindi “tokenizzati”: chi compra un Azimut Token acquista una quota digitale di questi crediti e può comprare e scambiare il token con altri investitori su una piattaforma gestita da Sygnum, banca globale di asset digitali.

In questo modo asset tradizionalmente “illiquidi” come i prestiti alle piccole e medie imprese diventano investimenti accessibili anche a piccoli investitori privati.

Questo sistema, spiegano da Azimut, permette di frazionare il diritto di proprietà di un asset finanziario ed è applicabile anche ad altri tipi di investimento, come un immobile o un’opera d’arte.Il token permetterà all’azienda anche di rafforzare lo sviluppo del progetto di Banca Sintetica con cui Azimut intende fare 1,2 miliardi di euro di finanziamenti alle piccole e medie imprese italiane nell’arco di 5 anni.

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