giovedì 19 giugno 2014
Uno studio  rivela un + 12% per pratiche e certificazioni ambientali. Il 79% delle imprese partecipa a programmi di Csr, il 56% sceglie fornitori sostenibili, il 48% adotta programmi di formazione per dipendenti e stakeholder. Più coinvolgimento e partecipazione attiva anche dei top manager al posto delle tradizionali attività di beneficenza.
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La sostenibilità ambientale non è più la cenerentola delle buone pratiche aziendali o una nicchia d’élite riservata ad aziende particolarmente attente e sensibili alle tematiche 'verdi', ma sta assumendo sempre maggiore importanza a livello di cultura aziendale. Uno studio di Top Employers Institute – società di certificazione globale che  valuta e certifica le eccellenze aziendali in ambito Hr – riscontra un aumento del +12% di partecipazione a programmi di certificazione da parte delle aziende europee certificate Top Employers. Quest’anno sono il 65%, rispetto al 53% del 2013.Altissima anche la percentuale delle aziende italiane che partecipano a programmi e iniziative di protezione ambientale: sono il 79%, mentre ben il 75% ha intrapreso nel 2014 iniziative per l’aumento della sostenibilità delle proprie operazioni interne.Ma l’attenzione alla sostenibilità è un valore partecipato anche all’esterno, come dimostra il 56% delle aziende che dichiara di considerare la sostenibilità un criterio di scelta nella selezione di un fornitore, e il 48% che adotta programmi di formazione e studi Csr rivolti non solo ai propri dipendenti ma anche agli stakeholder."Sono tutti segnali - osserva Alessio Tanganelli, country manager Italia di Top Employers Institute - che sottolineano la sempre maggiore consapevolezza in tema di sostenibilità. Le aziende più innovative hanno capito che impegnarsi in pratiche eco sostenibili significa non solo adottare un atteggiamento maturo e responsabile nei confronti delle esigenze della società e del pianeta, ma si traduce anche in un consolidamento di immagine, credibilità e prestigio. Nelle aziende Top Employers assistiamo a una sempre maggior diffusione di buone pratiche sostenibili: dalle più semplici, come le strategie di risparmio energetico o le video riunioni al posto delle trasferte, in ottica di risparmio dei costi ma anche di riduzioni delle emissioni, alle più impegnative, come la realizzazione di sedi ed edifici ecosostenibili. Abbiamo anche rilevato come il far parte di un’azienda dalla spiccata sensibilità ambientale costituisca per molti dipendenti, soprattutto tra i più giovani, un importante elemento di engagement e giusto orgoglio". I dati della ricerca onfermano l’importanza della sostenibilità come parte integrante della cultura aziendale, e vissuta in prima persona dai dipendenti, che nel 48% dei casi possono usufruire di permessi speciali per partecipare ad attività di Csr.Sostenibilità testimoniata anche dal coinvolgimento attivo del 31% di top manager e executive, che nel 2014 hanno preso parte in prima persona ad attività sostenibili. Una partecipazione attiva e sentita, in sensibile aumento (+9%) rispetto al 2013, a fronte di una sia pur minima flessione (- 2%) di attività più tradizionali come gli eventi di beneficenza:  67% nel 2014, rispetto al 69% dell’anno precedente.
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