martedì 25 gennaio 2022
Axa ha elaborato il Mind Health Index, un indice che punta a identificare potenziali situazioni critiche prima che si aggravino
Anche lo stress può influire sulla salute mentale

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«Il costo delle malattie legate alla mente e non diagnosticate o mal gestite è colossale. L’Ocse pone l’impatto economico fino al 4,2% del Pil. In qualità di leader internazionale nell’assicurazione sanitaria, Axa vuole avere un impatto positivo sulla salute e sul benessere della mente su larga scala, per prevenire meglio i problemi di salute». Lo afferma Antimo Peretta, ceo Europe & Latam di Axa, dichiarandosi inoltre «fiducioso che la ricerca futura, la nostra e quella degli altri, continuerà a consentirci di prosperare come individui e comunità». Peretta commenta l’edizione 2022 dello studio Being Mind-Healthy, report sulla salute mentale e il benessere, l’indagine più ampia mai lanciata dal gruppo, condotta da Ipsos su un 11mila persone tra i 18 e i 75 anni in 11 Paesi europei e asiatici. Per valutare lo stato di benessere mentale, Axa ha elaborato il Mind Health Index, un indice che punta ad identificare potenziali situazioni critiche prima che si aggravino. Sono quattro i profili definiti: coloro che combinano benessere sociale, emotivo e psicologico a un livello di soddisfazione massima (Flourishing), coloro che mostrano benessere in alcune aree, ma con una percezione generale meno intensa (Getting by), coloro che non si sentono al pieno delle capacità e manifestano assenza di un benessere positivo (Languishing) e infine coloro che riportano totale assenza di aree di benessere, per i quali la fatica è associata a disagio emotivo e compromissione psicosociale (Struggling).

Giovani e donne sofferenti per la pandemia

La ricerca conferma la tendenza, emersa nell’indagine dello scorso anno, che vedeva le donne e i più giovani, in particolare in Europa e specialmente in Italia, tra i più colpiti nel benessere psicologico causa pandemia (48% in Italia contro il 33% globale). Nel Belpaese, infatti, il 78% dichiara di aver perso l’accesso ai servizi di assistenza per l’infanzia e alla scuola in presenza.

Stanno meglio gli uomini

Emerge che gli uomini hanno un miglior stato di benessere mentale dovuto anche ad una maggiore sicurezza del lavoro e del reddito, poiché i settori più colpiti dalla pandemia sono quelli con un maggiore impiego femminile. Nonostante l’Italia risulti tra i Paesi più colpiti sul fronte della salute mentale l’argomento è spesso tabù, si tende a non parlarne con i figli e l'italiano è tra i meno propensi a cercare sostegno da familiari e amici.

Lo stress è ovunque

Oltre la metà degli interpellati ha dichiarato di sentirsi stressato. Sebbene lo stress non sia classificato come una malattia mentale, può essere un primo passo verso l’ansia e la depressione. Per l’italiano la pandemia è una delle variabili che ha influito maggiormente sulla salute mentale, seconda solo all’economia e all’occupazione ma i nostri concittadini sono tra coloro che manifestano un buon livello di ottimismo per il futuro (il 63% contro il 55%).

I limiti del sistema sanitario

In Italia, solo il 24% degli intervistati ritiene che il sistema sanitario pubblico fornisca un supporto adeguato e solo il 31% ritiene che il proprio datore di lavoro dia sostegno ai collaboratori quando si tratta di salute mentale. L’indagine, infine, suggerisce nuovi bisogni di protezione, che grazie anche al supporto dell’innovazione tecnologica e della telemedicina possono trovare risposta. «I risultati della ricerca – chiosa il ceo Axa Italia, Giacomo Gigantiello – pongono le basi perché possiamo intervenire a più livelli per promuovere una cultura della salute, che comprende anche la salute della mente e il wellbeing».

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