martedì 9 febbraio 2021
Entro il 21 luglio deve essere avviata la newco Italcomp
Avviato il licenziamento per 398 dipendenti
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Dopo la minifestazione di ieri in piazza Castello e piazza San Carlo a Torino, la curatela fallimentare di Ventures Production, la ex Embraco di Riva di Chieri, ha comunicato l’avvio delle procedure di licenziamento per 398 lavoratori su 406 della fabbrica. Una situazione di stallo, programmata, con i dipendenti che usufruiranno della cassa integrazione straordinaria a zero ore fino al 21 luglio e che, però, se entro quella data non sarà trovata una soluzione, cioè l’avvio di Italcomp, resteranno senza lavoro (con la Naspi per 24 mesi). Oggi si è avviato il countdown down dei 75 giorni di trattative tra curatore e parti sociali per trovare una soluzione. Un momento che riporta alla mente quanto accade a gennaio 2018 quando Embraco, allora di Whirlpool, licenziò 537 addetti. Anche perché nella notifica del Tribunale si legge «non vi sono a oggi concrete prospettive di salvaguardia, anche parziale, dei livelli occupazionali».

La preoccupazione dei sindacati

“È ancora più urgente costituire la società Ialcomp che assorba i 400 lavoratori ex Embraco e i 300 di Acc Wanbao e costituire il polo italiano per i compressori e iniziare la produzione - ha sottolineato Ugo Bolognesi della Fiom Cgil -, il prodotto c’è, le competenze ci sono, il mercato c’è, è un delitto non far partire questo progetto industriale, ci appelliamo al nuovo governo perché si vada subito ai fatti”. “Un’altra doccia fredda per i lavoratori” ha commentato Vito Benevento della Uilm.

Un progetto fermo

La realtà è che il progetto Italcomp, la newco che dovrebbe assorbire la ex Embraco e la Acc-Wanbao di Mel, nel Bellunese, per creare un grande polo di compressori per elettrodomestici — è fermo. Infatti la Commissione Europea ha bocciato i 12 milioni di ricapitalizzazione in quanto aiuto di Stato. Il governo allora ha attivato la garanzia Sace: i 15 milioni di Sace consentirebbero alla Italcomp di rilevare gli asset produttivi di Acc, unire la fabbrica veneta con quella piemontese e rilanciarle con un piano che prevede 6 milioni di pezzi all’anno.

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