venerdì 11 agosto 2017
Realizzata da un gruppo di studenti universitari con una resina derivata dalle bietole da zucchero, per ora non ha ottenuto le certificazioni per poter circolare. Ma i suoi inventori non si arrendono
E' stata chiamata “Lina” la prima auto biodegradabile realizzata da un gruppo di studenti olandesi

E' stata chiamata “Lina” la prima auto biodegradabile realizzata da un gruppo di studenti olandesi

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Esagerando un po' si può dire che è fatta di zucchero. Di certo può trasportare quattro persone ed è in grado di raggiungere la velocità di 80 chilometri all'ora. Secondo i suoi inventori sarebbe la nuova frontiera della mobilità sostenibile. Si tratta dell'automobile biodegradabile, per di più elettrica, progettata da un gruppo di studenti olandesi - ribattezzatosi TU/Ecomotive - della Eindhoven University of Technology. Per quale motivo sia stata realizzata, visto che non può circolare, questo non è chiaro. Ma lo sforzo inventivo dei suoi progettisti resta encomiabile. Lina, questo il nome della vettura, è stata presentata per la prima volta lo scorso 17 maggio. Il prototipo, oltre a richiedere meno energia per essere prodotto rispetto alle automobili costruite impiegando allumino e fibra di carbonio, con un ulteriore vantaggio a livello di sostenibilità ambientale, incorpora una tecnologia wireless nelle portiere in grado di riconoscere il guidatore: funzione, questa, rende la vettura potenzialmente adatta all'impiego nei servizi di car sharing.

«Solo le ruote e i sistemi di sospensione non sono fatti di materiali a base biologica”, svela Yanic van Riel, uno dei progettisti del mezzo, spiegando che l'auto è per la maggior parte realizzata con una resina derivata dalle bietole da zucchero, ricoperta con fogli di lino coltivato nei Paesi Bassi. Una struttura ultraleggera, che fa si che il mezzo pesi solo 310 chilogrammi, pur presentando un rapporto forza-peso simile a quello del vetroresina. La particolare composizione della carrozzeria, d'altra parte, ha per ora impedito al prototipo di ottenere le necessarie certificazioni dei crash test. «Non si piega come il metallo, ma si spezza», ammette infatti il leader del team, Noud van de Gevel. Che promette uno sviluppo ulteriore di Lina per arrivare a renderla in grado di ottenere il via libera dalla motorizzazione olandese.

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