mercoledì 18 settembre 2013
Bruxelles: sta al governo decidere. Speranza: «Sarebbe un duro colpo per le famiglie e le imprese e finirebbe per deprimere ulteriormente i consumi». Fassina: rivedere l'Imu. Brunetta: Letta smentisca. Confcommercio: ci sarebbe un ulteriore crollo dei consumi. Cgia: siamo già tra i più tartassati d'Europa.
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"Le risorse che abbiamo a disposizione per i prossimi 2-3 mesi presentano un percorso impegnativo perché oltre all'Iva ci sono anche l'Imu e gli ammortizzatori sociali, quindi nelle prossime ore dovremo fare una valutazione complessiva e decidere quali siano le priorità". Lo ha detto ai microfoni del Gr1 il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, rispondendo a chi chiedeva se sia inevitabile l'aumento dell'Iva dal 2014. Quanto a un possibile ritocco verso l'alto delle accise, Baretta si è detto contrario. "Francamente", ha sottolineato, "mi pare che non sia il caso di intervenire con interventi come quelli sulla benzina, ho sentito polemiche che mi sembrano pretestuose. Faremo di tutto per evitare interventi che peggiorino la condizione dei cittadini".Intanto Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, chiede stamani al premier Enrico Letta di smentire le fonti di governo secondo le quali è molto probabile un aumento dell'Iva dal 21 al 22% da ottobre. "È bastata la visita di un giorno a Roma del commissario per gli Affari economici e monetari dell'Ue, Olli Rehn, con le sue inopportune dichiarazioni, che tutti adesso reputano inevitabile l'aumento dell'Iva a ottobre (pare che anche qualcuno all'interno del governo se ne sia convinto)", scrive Brunetta.Secondo quanto riferito ieri da una fonte di governo è "altamente probabile" che l'aliquota Iva del 21% aumenti dal prossimo ottobre di un punto percentuale e di questo il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha parlato ieri con il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn.Secondo Brunetta nel discorso di insediamento alle Camere Letta aveva indicato il blocco dell'aumento dell'Iva tra i punti sui quali ha ottenuto la fiducia insieme con il superamento dell'Imu sulla prima casa."Provvedimenti complementari l'uno all'altro e non alternativi", dice Brunetta, per i quali il Pdl "ha fornito al governo ipotesi di copertura più che sufficienti"."A questo punto la risposta spetta solo a Enrico Letta e non a inutili epigoni del Partito democratico o di Scelta Civica. Siamo convinti che il presidente del Consiglio onorerà gli impegni presi". Rinviare l'aumento di tre mesi, da ottobre a gennaio 2014, richiede una copertura pari a 1 miliardo. Risorse che il governo ha difficoltà a trovare se vuole rispettare non solo gli impegni di consolidamento fiscale ma anche cancellare il saldo di dicembre dell'Imu su prime case, fabbricati rurali e terreni agricoli. Stamattina parlando su Canale 5 il deputato Pd, Andrea Martella, ha detto che l'aumento Iva in autunno non è ancora deciso.

"È un dovere del governo evitare l'aumento dell'Iva. Se si proseguisse con questa scelta ottusa i consumi e le spese di famiglie e imprese diminuirebbero, e gli incassi dello Stato crollerebbero. Sarebbe un suicidio seguire l'arroganza di eurocrati che vengono nel nostro Paese a dettar legge dopo aver fatto danni in Europa. Cambiamo strada subito". Lo dichiara Maurizio Gasparri (Pdl), vicepresidente del Senato.

Per il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, "L'aumento dell'Iva porterebbe più danni che vantaggi. Ci auguriamo che le anticipazioni della stampa vengano presto smentite dai fatti. Più che seguire i consigli dell'Europa, è tempo di far prevalere il buon senso sulla logica del rigore, senza penalizzare i consumatori e le attività produttive".

Secondo il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza ''Sarebbe un duro colpo per le famiglie e le imprese e finirebbe per deprimere ulteriormente i consumi. Mi auguro che il governo faccia tutto il possibile per scongiurare tale aumento''.

Bruxelles: sta al Governo decidere su aumento o meno - ''Sta al governo decidere se è necessario aumentare l'Iva o meno'': così il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn risponde a chi gli chiede se da Bruxelles sia arrivata una qualche indicazione al governo su come procedere per quanto riguarda l'Iva. Il portavoce ha poi ricordato che Rehn ieri ha visto il ministro dell'economia Saccomanni, il quale lo ha rassicurato sul rispetto degli impegni presi con l'Europa.

Confcommercio: amplia crollo consumi, prezzi +0,4% - Impatto sui consumi che amplifica il crollo stimato a fine anno a -2,4%, con una riduzione ulteriore dello 0,1%; incremento dei prezzi, tra ottobre e novembre, di +0,4%. La perdita di produzione comporterebbe, a regime, una riduzione di 10 mila posti di lavoro. Sono gli effetti dell'aumento Iva previsti da Confcommercio.

''Gli effetti recessivi dell'aumento dell'Iva dal primi ottobre sembrano essere sottovalutati da più parti'' dice l'Ufficio Studi di Confcommercio stimando un impatto anche sulle imprese e sui redditi delle famiglie. ''In una situazione già di estrema difficoltà per le imprese del commercio, gravate da una pressione fiscale da record mondiale e dal mancato pagamento dei debiti della P.a, un'ulteriore contrazione della domanda interna porterà alla chiusura di molte attività'' dice l'ufficio studi secondo il quale risulteranno più penalizzate le famiglie a basso reddito in quanto la pressione Iva (rapporto tra Iva pagata e reddito) per il 20% di famiglie più povere arriverebbe al 10,5%, mentre per il 20% di famiglie più ricche sarebbe del 7,5%, circa il 30% in meno. Sui prezzi inoltre, in una situazione in cui l'inflazione è sostanzialmente sotto controllo, si avrebbe il cosiddetto "effetto scalino", con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014; nel dibattito attuale si dimentica quanto accaduto nel 2012: se, in termini di caduta dei consumi, è stato l'anno peggiore della storia repubblicana, ciò è stato dovuto anche all'incremento dell'Iva avvenuto a metà settembre 2011.

''Perché dunque ripetere lo stesso errore dal primo ottobre?'' si chiede l'ufficio studi. Da non sottovalutare anche l'impatto sul gettito: ''come già accaduto con l'aumento dell'aliquota dal 20 al 21%, la contrazione della domanda porterebbe con sé anche una riduzione del gettito Iva atteso''. ''E' evidente, dunque, - afferma la Confcommercio - che l'aumento dell'aliquota è un'ipotesi che va definitivamente scongiurata perchè questa misura, anche alla luce dei primi timidi segnali di ripresa che non hanno però ancora interessato l'economia reale, sarebbe davvero esiziale per famiglie e imprese già stremate da una crisi senza precedenti compromettendo la ripresa dei consumi e il conseguente consolidamento del quadro economico''. Il seme della ripresa è stato piantato grazie a tre provvedimenti: accelerazione dei pagamenti della P.A., cancellazione della prima rata dell'Imu e rinvio dell'incremento dell'aliquota Iva di giugno. Se si dovesse cambiare idea e tornare indietro rispetto a questa linea di azione non vedremo mai i germogli di ripresa.

 

Fassina: per evitare aumento rivedere Imu - Per evitare l'aumento dell'Iva ''rivediamo l'intervento sull'Imu. Confermiamo la cancellazione per il 90% dei proprietari e lasciamo contribuire il 10% delle abitazioni di maggior valore''. Lo afferma il viceministro dell'Economia Stefano Fassina, spiegando che così si recuperano 2 miliardi, da usare anche per la deducibilità per i capannoni.

Cgia, italiani già più tartassati d'Europa dall'imposta - L'Italia condivide con il Belgio, la Spagna e l'Olanda il primato dell'aliquota ordinaria più elevata (21%), e se l'aumento dell'Iva dal 21% al 22% non verrà scongiurato dal Governo dal primo ottobre il Paese staccherà gli altri competitor, aggiudicandosi la palma del più tartassato da questa imposta tra i principali Paesi dell'area euro. Lo ricorda la Cgia di Mestre, ribadendo i motivi di contrarietà all'incremento dell'Iva. Sottolineando che per scongiurare l'aumento è necessario trovare un miliardo di euro per gli ultimi 3 mesi del 2013 e oltre 4 miliardi per l'anno prossimo, il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, indica alcune proposte per recuperare queste risorse.

"Come è possibile - afferma Bortolussi - non riuscire a recuperare un miliardo di euro all'interno di una spesa pubblica complessiva della nostra Pubblica amministrazione che ammonta ad oltre 810 miliardi di euro? Per il 2014, invece, ricordo che in risposta ad uno dei quesiti fatti da un membro delle Commissioni speciali riunite di Camera e Senato, nell'audizione parlamentare del 2 maggio il ministro Saccomanni ha riferito che l'uscita dalla procedura di infrazione consentirebbe al nostro Paese di dedurre i cofinanziamenti interni dall'utilizzo dei fondi strutturali". "Con il raggiungimento di questo obbiettivo - conclude - avremmo a disposizione tra i 10 e i 12 miliardi di euro. Visto che non siamo più nel mirino dei tecnici di Bruxelles, non potremmo usufruire di questo tesoretto per recuperare i 4 miliardi necessari per evitare il ritocco all'insù dell'Iva nel 2014?".

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