venerdì 3 aprile 2020
Tra le richieste: azzeramento delle tasse fiscali, previdenziali e degli anticipi fino a dicembre 2020, sostenendo in particolar modo le aziende delle regioni più colpite
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L'attuale emergenza sanitaria ci ha catapultato in uno stallo economico, oltre che sociale, in cui molte aziende sono costrette a riconsiderare il proprio business. Il settore Ict è oggi l’autostrada digitale attraverso cui il Paese continua a funzionare, a livello di imprese, Pa e socialità quotidiana, ma anche il suo ecosistema è messo a dura prova dal nuovo contesto.

Il sondaggio sulle aziende Ict
In un sondaggio interno sui propri associati, Assintel – l’associazione nazionale delle imprese Ict di Confcommercio – rileva che nel primo trimestre il settore cerca di contenere la crisi, anche se il 47% di aziende dichiara diminuzioni significative di fatturato (oltre il 10%). Nell’arco dell’anno le previsioni diventano però preoccupanti: il 60% delle imprese stimano un calo di fatturato dal 10 al 50%, il 17% di loro un tracollo oltre il 50%. Le soluzioni attualmente più utilizzate sono lo smart working (per quasi la metà di loro) e gli investimenti in business development e ricerca e sviluppo (per un’azienda su quattro), segnale di un settore che pensa positivo anche dentro la tempesta: ma quanto potrà durare?

La sfida: guarire il paziente senza distruggere il contesto
Debellare il virus senza distruggere il contesto socio-economico entro il quale viviamo: ecco la sfida più grande a cui sono chiamate imprese e governo. «Fermare il Paese senza rapidi e ingenti sostegni keynesiani all’economica significa consegnare ai guariti una realtà senza economia, con uno scenario di povertà e di perdita di dignità cui non siamo preparati, e ciò sarebbe come tradire l’enorme sforzo che stanno compiendo medici, infermieri e sistema sanitario», così commenta Paola Generali, presidente di Assintel.

Ecco il decalogo politico/economico

  1. Azzeramento delle tasse fiscali, previdenziali e degli anticipi fino a dicembre 2020, sostenendo in particolar modo le aziende delle regioni più colpite;
  2. Portare a credito di imposta gli affitti da febbraio 2020 sino al termine del Lockdown per tutte le aziende di ogni settore, comprese quelle operative in smart working;
  3. Accesso al sistema creditizio con garanzia dello Stato con estrema rapidità, eliminando tutti i passaggi burocratici che ad oggi creano un rallentamento nell’erogazione del credito;
  4. Creazione di un sistema di incentivi allo smart working duraturo anche post Coronavirus;
  5. Potenziare la connettività infrastrutturale, anche nelle zone marginali del territorio, per abilitare la digitalizzazione;
  6. Sbloccare immediatamente i crediti vantati dalle imprese verso la Pa ed eliminare lo split payment;
  7. Bloccare le maxi gare Consip e riprogettare il sistema di approvvigionamento della Pa, dando spazio alle imprese e rivedendo il sistema del massimo ribasso delle tariffe;
  8. Totale defiscalizzazione per le imprese che investano in innovazione per riprogettare il proprio business;
  9. Potenziare la disponibilità di bandi a fondo perduto per la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese di tutti i settori;
  10. Sburocratizzare tutte le procedure che stanno rallentando moltissimo la proattività delle aziende nonostante il momento di estrema criticità.
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