sabato 27 febbraio 2021
L'Unrae fotografa i conti del settore nel primo anno di pandemia: il 56% delle vetture circolanti sono obsolete o inquinanti, i costruttori hanno perso 10 miliardi e l'erario 1,8 di gettito
Aria, fisco, fatturato: con l'auto nel 2020 hanno perso tutti
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I numeri sono impietosi. In Italia attualmente circolano oltre 38,5 milioni di vetture, ma circa il 30% appartiene alla categoria da Euro 0 a 3 e ha più di 15 anni di anzianità, e se si aggiungono i 10,4 milioni di Euro4, la percentuale complessiva di auto obsolete e inquinanti sale al 56,4% del totale. La prospettiva che ci attende pare migliore: infatti aumentano in maniera esponenziale le immatricolazioni di auto elettrificate, salite nel 2020 al 4,3% del mercato e che hanno raggiunto quasi il 6% in questi primi due mesi del 2021. Continuano però a mancare le infrastrutture di ricarica, o meglio ad essere geograficamente mal distribuite: con 2,7 colonnine ogni 100 km, contro 4,7 della media europea, l'Italia è al 14° posto nel ranking del continente.

E' questo il quadro non lusinghiero della mobilità privata in Italia disegnato dall'Unrae, l'Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, sui principali fenomeni che hanno caratterizzato il 2020 in tutti i settori automotive. "Quello appena concluso, con 1,38 milioni di auto immatricolate, è il secondo anno peggiore degli ultimi 30, dopo il record negativo di 1,30 milioni nel 2013, e ben al di sotto della media di 1,9 milioni di immatricolazioni dei 4 anni precedenti, afferma Michele Crisci, presidente dell'Unrae. Come conseguenza, il settore ha perso 10 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019 e le casse dello Stato 1,8 miliardi di euro di gettito Iva. Ora si spera in una ripresa: salvo ulteriori restrizioni per Covid e col beneficio degli incentivi, si prevede un rialzo del 12,2% a 1,55 milioni di unità, ancora fortemente in calo rispetto al 2019. Un livello di immatricolazioni largamente insufficiente rispetto ad un anno medio che mette ancora in serio rischio la sopravvivenza di aziende e occupazione. La previsione di parziale recupero - conclude Crisci - vale anche per i veicoli commerciali fino a 3,5 t (+15%) e i veicoli industriali (+9%)".

Tra i dati significativi si segnala la costante crescita del noleggio di auto a lungo termine, modalità utilizzata soprattutto dalle aziende, che ha raggiunto nel 2020 una quota di mercato del 15,2%. Nonostante il trend positivo, il settore della auto aziendali in Italia presenta immatricolazioni contenute rispetto ai maggiori Paesi europei (36% di quota contro il 62,9% della Germania, 54,2% del Regno Unito, 53,1% della Francia e 49,8% della Spagna). Il motivo ovviamente è il trattamento fiscale penalizzante, che riserva alle auto del canale business in Italia una quota ammortizzabile del 20% e una detraibilità Iva del 40%, contro il 100% degli altri Paesi.

Tra le curiosità del mercato si rileva, nella caduta generale di tutte le carrozzerie, il continuo avvicinamento dei crossover al vertice delle preferenze (36,1%), dove ancora ci sono le classiche berline (46,1%nonostante il trend in discesa degli ultimi anni. Tra i colori preferiti per la propria auto il grigio rimane in cima alle scelte (36,3%), seguito dal bianco (25,3%) e dal nero (15,3%).

La crisi ha ovviamente colpito anche i carburanti: nel 2020 il consumo di diesel è sceso del 16,6% e il benzina del 21,2%, con un parallelo calo delle percorrenze medie. Infine, il 2020 segna una pesante contrazione anche per le autovetture usate che, con 4,67 milioni di passaggi di proprietà, perdono il 16,6%; l'anzianità media delle auto trasferite tocca un nuovo record dal 2013, arrivando a 9,4 anni

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