giovedì 21 ottobre 2010
Il governo ha riunito le parti sociali e messo all’ordine del giorno una «grande semplificazione» del sistema fiscale. Sui contenuti il premier e il ministro dell’Economia si sono limitati a indicare le direzioni di marcia su una strada resa stretta dall’obbligo di rigore nei conti pubblici Confindustria: prontissimi a collaborare.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il governo riunisce le parti sociali e mette all’ordine del giorno una «grande riforma» del Fisco dopo 40 anni di «rattoppi». Il veicolo degli interventi sarà una legge delega, mentre riguardo ai contenuti Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti per ora hanno indicato la direzione di marcia su una strada resa stretta dall’obbligo di rigore nei conti pubblici. Semplificazione del sistema normativo, spostamento del peso delle tasse dalle persone alle cose e priorità alla famiglia, le linee guida di una riforma che, ha subito avvertito il ministro dell’Economia, dovrà essere «eurocompatibile» e quindi non potrà essere «coperta dal recupero dell’evasione fiscale». L’evasione va sì contrastata, ha chiarito, ma solo dopo «faremo i conti dei soldi» recuperati, senza «mettere il carro davanti ai bui» perché «questo screditerebbe il nostro Paese».Il tavolo si è riunito ieri pomeriggio al Tesoro, dopo un incontro a quattr’occhi tra il premier e il responsabile dell’Economia. Con loro erano presenti i ministri Maurizio Sacconi e Roberto Calderoli, i leader delle confederazioni sindacali e delle associazioni di impresa. La riforma è «una grande ambizione e una grande responsabilità», ha detto Berlusconi e punta a spostare «il prelievo dalle persone alle cose e dal centro alle periferie». Con un percorso in tre fasi: «la raccolta di dati; una legge delega in Parlamento e infine una serie organica di decreti allegati». Sul fronte della semplificazione ha sottolineato che «ci sono 240 forme di erosione della base imponibile» (cioè di agevolazioni ed esenzioni) che andranno «disboscate per ampliare l’imponibile e tagliare le aliquote». Quanto all’evasione, ha riconosciuto, «quando leggo certe dichiarazioni mi vergogno». Dunque c’è molto da laurà, ha detto in «milanese», annunciando una nuova convocazione del tavolo tra tre-quattro giorni.È stato quindi Tremonti a spiegare che «la priorità della riforma è la famiglia», sulla quale occorre concentrare gli aiuti lasciando così ai nuclei la scelta su «come allocare le risorse». Mentre ha escluso un inasprimento della tassazione sulle rendite finanziarie: «Abbiamo qualche refrattarietà a questa formula strutturale. Tassare i Bot non è la cosa più razionale». Nel cammino della riforma Tremonti si dice comunque «aperto a critiche, alternative e ragionamenti». Disponibilità al confronto arriva dalle parti sociali, che attendono di entrare nel merito delle proposte. «Siamo prontissimi a collaborare», ha commentato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ma bisogna dare «qualche segnale in tempi non troppo lunghi» mettendo al centro «lavoro e impresa» e ragionando su «come combattere l’evasione». Per il segretario della Cisl Raffaele Bonanni «si apre una fase importante, siamo molto soddisfatti». L’obiettivo è una riforma che «rifondi il rapporto tra cittadini e Stato» e che «metta al centro la famiglia, il lavoro e gli investimenti». «Noi vigileremo affinché non vada a finire in chiacchiere», ha aggiunto ricordando che «oggi le tasse le pagano soprattutto i lavoratori e i pensionati» e bisogna alleggerire l’Irpef». Ma se si vogliono «fare le cose seriamente», incalza il leader della Cgil Guglielmo Epifani, occorre «fare delle scelte» e cioè «dare a qualcuno e prendere a qualcun altro». «Per ora sono solo parole», ha aggiunto, mentre per ridurre «il carico fiscale su lavoro e occupazione» bisogna «caricare su altre forme di reddito» e «colpire i grandi patrimoni». Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli frena invece tanto su un maggior prelievo fiscale sui consumi» quanto su un calo delle tasse che «discrimini tra dipendenti e autonomi».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: