giovedì 9 novembre 2023
Secondo AppLavoro, «più formazione e migliori condizioni lavorative per i giovani impediranno la fuga all’estero e il progressivo invecchiamento degli occupati»
Il lavoro non manca, spesso mancano le competenze

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C’è un allarme diffuso nel mercato del lavoro: entro il 2030 andranno in pensione mezzo milione di lavoratori all’anno, ma i giovani in grado di sostituirli saranno molti in meno. Di conseguenza, entro la fine del decennio il Paese soffrirà la mancanza di almeno 100mila unità di personale all’anno. ​ Secondo il Censis, le ragioni sono innanzi tutto demografiche: in dieci anni gli occupati al di sopra dei 50 anni sono aumentati di quasi tre milioni e sono diminuiti i lavoratori più giovani, che hanno dai 15 ai 34 anni. AppLavoro.it, il portale per la selezione e l’offerta occupazionale in Italia, conducendo una ricerca tra i propri iscritti per l’anno in corso, conferma l’andamento generale evidenziando che, da gennaio a ottobre, i lavoratori in cerca d’occupazione appartenenti alla fascia d’età compresa tra i 35 e i 54 anni aumentano del 9% rispetto al 2020, mentre, i giovani tra i 18 e i 24 anni, diminuiscono, passando dal 17% di tre anni fa al 10% di quest’anno. «Sicuramente un dato allarmante che non va sottovalutato – spiega Marco Contemi, fondatore del portale –. La sensazione è che i giovani abbiano meno motivazione, forse perché nella fascia di età 18-24 sono ancora supportati economicamente dai genitori. Caratteristica tipica delle famiglie italiane». C’è comunque una buona notizia: nonostante lo scenario generale attuale richieda ai lavoratori specifiche competenze nel settore digitale, secondo i dati di AppLavoro.it, sono molte le aziende che quotidianamente ricercano lavoratori nel settore commerciale, nella ristorazione, operai generici e metalmeccanici, personale di segreteria, chef, contabili, estetisti e parrucchieri. Roma, Milano e Napoli sono le città con una maggiore richiesta di sviluppatori, tecnici informatici, software developer. Su tutto il territorio nazionale è ancora forte la richiesta di lavoratori tradizionali, come: addetti alle vendite, alla logistica, facchini, magazzinieri e muratori. A proposito di quelli che saranno gli scenari futuri nel mercato del lavoro italiano, in vista del progressivo invecchiamento della popolazione, l’imprenditore Contemi conclude: «Se non si inverte la tendenza, credo che si dovrà iniziare a formare forza lavoro straniera, così come già in passato è accaduto per il lavoro nell’agricoltura. E sicuramente dovremmo cercare di migliorare la condizione lavorativa dei giovani, così da disincentivare la fuga all’estero, dove trovano senza dubbio condizioni di lavoro più vantaggiose».

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