mercoledì 29 marzo 2023
Oltre mille imprenditori ed esperti (compresi Musk, Wozniak e Bengio) chiedono di fermare lo sviluppo del sistema per definire regole condivise e protocolli di sicurezza. «A rischio la nostra civiltà»
ChatGPT

ChatGPT - Reuters

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Alcuni dei più grandi esperti al mondo nel campo dell’intelligenza artificiale hanno firmato un appello per mettere in pausa lo sviluppo di ChatGPT e dei suoi simili.

«Chiediamo a tutti i laboratori di intelligenza artificiale di fermare immediatamente per almeno sei mesi l’addestramento di sistemi di intelligenza artificiale più potenti di GPT-4. Questa pausa dovrebbe essere pubblica e verificabile, e includere tutti gli attori chiave. Se questa pausa non può essere attuata rapidamente, i governi dovrebbero intervenire e istituire una moratoria» recita la lettera aperta pubblicata dal Future of Life Institute, organizzazione non profit americana che ha l’obiettivo di «indirizzare le tecnologie trasformative lontano da rischi estremi e su larga scala, e verso il beneficio della vita».

Tra le oltre mille firme di questo appello ci sono i nomi di centinaia di imprenditori, studiosi ed esperti di intelligenza artificiale. Tra i firmatari spiccano Elon Musk (ceo di Tesla, SpaceX e Twitter), Steve Wozniak (co-fondatore di Apple), luminari dell’intelligenza artificiale come Yoshua Bengio (vincitore del premio Turing, una sorta di Nobel per le scienze informatiche) e Stuart Russell (autore del testo sull’intelligenza artificiale più studiato nelle università) e lo storico israeliano Yuval Noah Harari, famoso per i suoi bestseller sulla storia dell’uomo e della civiltà.

Musk, attraverso la sua fondazione, è anche il principale finanziatore del Future of Life Institute, a cui ha donato 3,5 milioni di dollari nel 2021. Un altro mezzo milione di dollari sono arrivati da Founders Pledge, l’organizzazione filantropica preferita dagli imprenditori della Silicon Valley. Musk è allo stesso tempo uno dei fondatori di OpenAI, la società che ha sviluppato ChatGPT, e continua a collaborare con l'organizzazione, anche se ha lasciato il consiglio di amministrazione nel 2018.

L’appello pone domande chiave e solleva molti dei problemi posti dal rapido successo di sistemi come ChatGPT, che secondo le rilevazioni di Similarweb è stato usato un miliardo di volte solo a febbraio, confermandosi come la nuova app tecnologica a più forte crescita della storia. Gli esperti si chiedono ad esempio se dobbiamo lasciare che le macchine inondino di propaganda e bugie i nostri canali informativi, o se dobbiamo lasciare che l’automazione spazzi via tutti i lavori, anche quelli gratificanti. «Dovremmo rischiare di perdere il controllo della nostra civiltà?».

Da qui la richiesta di una pausa. Almeno sei mesi per sviluppare e applicare protocolli di sicurezza sul futuro dell’intelligenza artificiale, focalizzando la ricerca e l’attenzione sul rendere i sistemi già disponibili più sicuri, trasparenti e affidabili. La politica potrebbe usare questa pausa per definire il contesto legale dell’intelligenza artificiale, ad esempio istituendo autorità per vigilare sul settore, garantendo al pubblico di potere conoscere la provenienza umana o robotica di un contenuto, o assicurando che si possa sapere chi è il responsabile di eventuali danni provocati dall’intelligenza artificiale.

«Dopo essere riusciti a creare potenti sistemi di intelligenza artificiale, ora possiamo goderci una “estate dell’intelligenza artificiale” in cui raccogliamo i frutti, progettiamo questi sistemi per il chiaro vantaggio di tutti e diamo alla società la possibilità di adattarsi – è la conclusione dell’appello –. La società ha messo in pausa altre tecnologie con effetti potenzialmente catastrofici sulla società (qui si fa riferimento ad esempio alla clonazione o all’alterazione genetica dell’essere umano, ndr). Possiamo farlo qui. Godiamoci una lunga estate AI, non precipitiamoci impreparati nell’autunno».

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