venerdì 14 ottobre 2022
Il gruppo subirà una svalutazione nel bilancio fino a un miliardo di euro. In Francia continua intanto lo sciopero dei dipendenti nelle raffinerie e nei depositi della Total
Una linea di produzione della Danone

Una linea di produzione della Danone - Ansa

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Addio alla Russia. Anche il gigante francese dell’agroalimentare Danone si arrende e lascia Mosca. Una mossa che comporterà una svalutazione nel bilancio fino a un miliardo di euro. Danone ha annunciato di aver iniziato la cessione del controllo delle sue attività in Russia, dove il gruppo, nei primi nove mesi del 2022, aveva messo a segno il 5 per cento delle sue vendite nette. In particolare, l’azienda rinuncerà alla sua unità "prodotti lattieri e di origine vegetale" in Russia, che rappresenta la maggior parte della sua attività nel Paese, mantenendo soltanto, per un periodo, il comparto per la nutrizione infantile.


Danone era una delle poche multinazionali ad essere rimasta sul territorio russo dopo l'inizio della guerra in Ucraina a febbraio scorso. Il gruppo francese non ha annunciato la possibile ripresa - a termine - delle fabbriche e attività russe nei prodotti lattieri e vegetali, né quando essa potrebbe avvenire. L'operazione sarà sottoposta all'approvazione delle autorità competenti. Danone, che a luglio aveva parlato di "condizioni operative estremamente tese in Russia e in Ucraina", ritiene che il ritiro rappresenti per i dipendenti e i consumatori "la miglior opzione per assicurare la continuità" dell'attività".


Su un altro fronte, intanto, lo sciopero nelle raffinerie che da due settimane sta creando gravi difficoltà alla Francia è in via di sospensione negli impianti Esso-ExxonMobil, a partire da quello di Port-Jerome, nel nord del Paese, e di Fos-sur-Mer (nel sud), che ha ripreso già ieri. Lo sciopero continua invece nelle raffinerie e nei depositi di TotalEnergies, dove la Confederazione sindacale Cgt ha prorogato l'agitazione anche oggi. I vertici dell'azienda stanno puntando a un accordo con due sindacati per un aumento dei salari di circa il 6%. Giovedì notte i rappresentanti della Cgt hanno lasciato il tavolo delle trattative, diminuendo le speranze per la fine di uno stallo che ha provocato problemi nei rifornimenti in moltissime stazioni di servizio francesi.

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