martedì 26 aprile 2022
La compagnia ha annunciato l'internalizzazione del servizio. In fumo la clausola sociale che prevedeva l'assunzione dei lavoratori di Almaviva in cassa-integrazione, a rischio 543 posti di lavoro
La protesta dei lavoratori dei call center Covisian e Almaviva per il mancato accordo con Ita

La protesta dei lavoratori dei call center Covisian e Almaviva per il mancato accordo con Ita - Ansa

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Continua la protesta dei lavoratori Covisian e Almaviva a Palermo per chiedere l'immediata riapertura del tavolo di confronto tra sindacato, governo, Ita e Covisian e scongiurare oltre 500 licenziamenti. Stamattina una cinquantina di lavoratori hanno occupato la sede di Covisian in via Ugo La Malfa, vista «la totale assenza di Ita e l'incapacità del governo di portarla al tavolo di confronto» e definendo la vicenda un esempio di "macelleria sociale" ai danni dei lavoratori. Si tratta della terza manifestazione in meno di una settimana.

Nei giorni scorsi Covisian e Ita non hanno trovato un accordo sul contratto di fornitura del servizio di call center. Ad agosto 2021 Covisian aveva vinto la gara subentrando ad Almaviva che gestiva il servizio per l’ex Alitalia e aveva siglato il 21 ottobre un accordo al ministero del Lavoro con una clausola sociale per assorbire i restanti lavoratori di Almaviva in cassa integrazione a zero ore. A fine febbraio, però, Covisian ha annunciato di non voler più procedere con l’intesa sottoscritta perché assorbire gli altri lavoratori non sarebbe stato conveniente. In parallelo ha comunicato che avrebbe interrotto il contratto con Ita il 30 aprile e proceduto ai licenziamenti dei 221 lavoratori assunti ad agosto. Di fronte al passo indietro di Covisan, Ita ha fatto scattare un piano di emergenza che prevede la creazione di un call center interno. Lo scorso 20 aprile un incontro al ministero del Lavoro tra tutte le parti coinvolte avrebbe dovuto chiarire la situazione. Ma al tavolo Ita non si è presentata e – in base a quanto riferito dai sindacati – ha inviato una lettera annunciando di aver proceduto all’assunzione diretta di 150 persone per i proprio call center interno, di cui la metà proveniente da Alitalia. Intanto Almaviva ha annunciato la procedura di licenziamento per i lavoratori che dovevano essere assorbiti da Covisian e che si trovano attualmente in cassaintegrazione.

A rischio ci sono 543 posti di lavoro: i 221 di Covisian assunti ad agosto (che arrivavano proprio da Almaviva) e che in assenza di un intervento decisivo potrebbero rimanere a casa dall'1 maggio, nel giorno della festa del lavoro e i 322 di Almaviva in cassa-intergazione . «Non c'è più tempo da perdere – sottolinea Francesco Assisi, segretario generale della Fistel Cisl Sicilia –. Il governo deve immediatamente convocare tutte le parti al tavolo, obbligando il rispetto degli accordi sottoscritti il 21 ottobre 2021 in sede ministeriale tra sindacato e Covisian». Secondo i sindacati la situazione rischia di essere un pericoloso precedente. «Palermo non si può permettere di perdere un solo posto di lavoro – prosegue Assisi – e a oggi ci sono 543 licenziamenti in atto, nessuno può giocare con il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. L'operazione Ita in Italia di fatto è una grande "truffa sociale", solo un'operazione economico-finanziaria a danno degli italiani».

«Questa manovra scellerata – continua Tania D'Agostino, segretario organizzativo della Fistel Cisl Sicilia –, mette a rischio tutto il settore dei call center, chiunque si sentirà autorizzato a non rispettare le leggi dello Stato e i contratti collettivi che regolano il lavoro e garantiscono la continuità lavorativa, creando solo disperazione e disoccupazione considerando che solo in Sicilia il settore coinvolge più di 15.000 famiglie». Da qui l'appello alle istituzioni locali e nazionali a «tutelare il lavoro "buono" per restituire dignità ai lavoratori che da più di 20 anni con grande senso di responsabilità e dedizione contribuiscono a creare valore per il nostro Paese».

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